Ricerca

Senza ricerca, non c’è cura. Per la Fondazione Piemontese per la ricerca sul Cancro è una priorità, che si concretizza in continui investimenti nell’innovazione dei progetti, dei laboratori, delle tecnologie e delle risorse professionali.

 

L’Istituto di Candiolo mantiene da anni un ruolo di leader nelle attività di ricerca per la diagnosi e cura delle malattie oncologiche, anche grazie alla collaborazione fattiva con altre Istituzioni quali l’Università degli Studi di Torino e l’Istituto Italiano di Genomica Medica (IIGM).

Il Ministero della Salute riconosce l’Istituto di Candiolo come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e l’Organisation of European Cancer Institutes (OECI) ha approvato il suo accreditamento quale Comprehensive Cancer Center per l’assistenza oncologica complessiva di qualità, l’organizzazione e la pianificazione dell’assistenza integrata, il lavoro multidisciplinare, l’integrazione e la traduzione dei risultati della ricerca nella pratica quotidiana, l’integrazione dell’educazione, la considerazione della soddisfazione e del coinvolgimento del paziente.

Le Piattaforme di Ricerca Traslazionale dell’Istituto rappresentano il braccio attuativo della ricerca creando il contesto umano e tecnologico per l’integrazione delle componenti di ricerca clinica e traslazionale e delle strumentazioni che trovano allocazione nelle facilities.

L’Istituto ha adottato un modello di “corelab” nell’ottica della condivisione delle strumentazioni di alto livello tecnologico al fine di garantire l’accesso a tutti i ricercatori e l’efficienza dell’utilizzo.

L’aggiornamento e l’avanzamento tecnologico sono inoltre cruciali nel percorso diagnostico e terapeutico del paziente.

Dal punto di vista delle professionalità, anche quest’anno si sono reclutati nuovi ricercatori con esperienze all’estero, aderendo alla progettualità di rientro dei “cervelli”, ma soprattutto con competenze su campi di ricerca non ancora presenti in Istituto e che collaboreranno nell’innovazione della ricerca traslazionale con le ricercatrici e i ricercatori che già operano in Istituto, con alta professionalità e competenze.

Inoltre, per la piena realizzazione della “mission” di diagnosi e cura del cancro, in ambito della ricerca clinica sono stati selezionati trial interventistici che hanno permesso di coinvolgere i pazienti dell’Istituto in protocolli terapeutici che hanno aperto nuove prospettive di cura.

I numeri significativi della ricerca – dati 2023

291

Ricercatori

40

Laboratori e unità di ricerca

10 mila+

Metri quadrati circa destinati alle attività di Ricerca

259

Lavori pubblicati

2.097,146

Impact factor

14 mila+

Citazioni delle pubblicazioni

 

 

Nell’ambito del progetto di ricerca EmaGen attivato nel 2023 si prevede lo sviluppo di nuove piattaforme di ricerca traslazionale per tumori ematologici e in particolare per il mieloma multiplo e il consolidamento della piattaforma clinica per i tumori urogenitali.

In questo settore, i progetti di ricerca clinica già attivi saranno integrati con il progetto ProScreenMRI che prevede la validazione clinica di un programma pilota di screening sul cancro della prostata indirizzato agli uomini in fascia di età tra 55 e 65 anni.

A questo scopo, il classico dosaggio del marcatore PSA sarà integrato con la valutazione del rischio individuale e con la Risonanza Magnetica-multiparametrica (RM-mp) della prostata.

Degno di nota il fatto che la realizzazione di tale studio è fattibile grazie alla collaborazione, in ambito della programmazione regionale, con altre strutture sanitarie che parteciperanno all’arruolamento e alla RM-mp di ultima generazione presente in Istituto.

La diagnosi precoce del tumore alla prostata ha determinato un riscontro dal 10% al 40% dei casi, di tumori di piccole dimensioni che possono essere unifocali o unilaterali.

Il trial clinico Return prevede la emiprostatectomia robotica con preservazione dell’uretra nel carcinoma prostatico monolaterale a rischio basso e intermedio: un’idea prospettica, di sviluppo, esplorazione, valutazione e follow-up a lungo termine.

In particolare, per la selezione dei pazienti che potranno ricevere questa chirurgia di basso impatto demolitivo risultano fondamentali le nuove tecniche di RM-mp e le nuove metodiche di biopsia prostatica mirata sulle aree sospette, ovvero la “fusion biopsy. Si tratta di una metodica che attraverso l’uso un ecografo in 3D è in grado di combinare le immagini della RM con quelle ecografiche e mirare la biopsia sulle aree più sospette.

Utilizzando questa tecnologia di diagnosi, lo studio prevede interventi di emiprostatectomia che permetteranno di raggiungere ottimi livelli di controllo di malattia, in termini di completa escissione del tumore a fronte di un minimo impatto per quanto riguarda i risultati funzionali postoperatori (continenza e potenza).

Come progetto ancillare della piattaforma sui tumori del tratto uro-genitale si intende inoltre ampliare l’utilizzo in tumori del tratto uro-genitale dell’Antigene Prostatico Specifico di Membrana (PSMA), una proteina di membrana altamente espressa nel carcinoma della prostata, ma anche nella neovascolarizzazione di un’ampia varietà di tumori.

In particolare, la Medicina Nucleare dell’Istituto, intende testare la PET-PSMA nel carcinoma metastatico del rene a cellule chiare come possibile strumento diagnostico, prognostico e predittivo di risposta ai trattamenti del carcinoma renale che prevedano uso di anti-angiogenici.

La presenza in Istituto di un approccio multidisciplinare in ambito dei tumori urologici con radiologi, urologi, urooncologi, medici nucleari, patologi dedicati, ingegneri e tecnici della ricerca è cruciale per l’ottenimento di risultati che possano essere di successiva applicazione clinica.

 

 

In una valutazione programmatica con il progetto EMAGen si è inoltre deciso di implementare la ricerca sui tumori ematologici affrontando come nuovo argomento il mieloma multiplo, una neoplasia che rappresenta circa il 20% dei decessi per neoplasie ematologiche.

A questo fine sono stati reclutati due giovani ricercatori italiani che hanno per anni lavorato all’estero. Il gruppo del Dr. Morelli ha dimostrato che i long non-protein coding RNA (lncRNA), una famiglia di RNA estremamente eterogenea e ancora scarsamente caratterizzata sono disregolati nel mieloma multiplo, dove svolgono una funzione molecolare essenziale a supporto della crescita delle cellule del mieloma e dove possono essere inibiti farmacologicamente.

Su questa base, si ritiene che l’identificazione di lncRNA che promuovono la patogenesi del mieloma possa fornire bersagli molecolari da sfruttare per una più efficace terapia del mieloma. Inoltre, una profonda disfunzione immunitaria caratterizza la progressione del mieloma multiplo e ostacola il successo clinico degli approcci immunoterapici.

Il gruppo della Dr.ssa Gullà si concentrerà sulla comprensione dei meccanismi alla base dell’escape immunitario da parte delle cellule mielomatose al fine di identificare nuovi bersagli per ripristinare terapeuticamente la sorveglianza immunitaria antitumorale e prolungare la sopravvivenza del paziente. In questo progetto, si prevede di validare il ruolo di un nuovo asse inibitorio della fagocitosi nel mieloma multiplo, suscettibile di intervento terapeutico utilizzando un approccio di RNA-medicine clinicamente applicabile.

In analogia al fine di rendere più efficaci i progetti in corso nell’ambito dei tumori urogenitali aggressivi, si è considerato importante inserire un progetto sul cancro della prostata metastatico e sul cancro dell’ovaio sieroso di alto grado.

Entrambi i tumori sono altamente aggressivi, ma possono essere considerati come modelli ideali nello studio dei meccanismi di risposta al danno del DNA (DDR).

Tali meccanismi giocano un ruolo cruciale per la sopravvivenza cellulare e recentemente il DDR è emerso come promettente bersaglio terapeutico nei tumori urogenitali.

Tuttavia, mentre l’associazione tra le mutazioni di BRCA e la risposta agli inibitori di PARP (PARPi) è già stata comprovata, non è stato ancora ampiamente compreso il ruolo e l’impatto clinico delle alterazioni in altri geni e funzioni della DDR.

La Dr.ssa Arena, nota per lo studio della DDR, guiderà questo progetto che prevede la collaborazione di urologi, ginecologi, oncologi e anatomo-patologici.

In conclusione, i progetti sopra riportati prevedono metodiche avanzate di biologia cellulare e molecolare da applicare a modelli sperimentali come i cosiddetti “organoidi”, miniatore del tumore umano che possono riprodursi indefinitamente in vitro.

La produzione degli organoidi è consolidata in Istituto ed è fondamentale per garantire la validazione e la riproducibilità degli esperimenti. Inoltre, l’expertise delle figure professionali operanti nelle facilities e nel “core-lab” sarà di indispensabile supporto alla ricerca.

Contro il cancro, sostieni Candiolo.

La tua generosità è fondamentale per le attività di cura e ricerca sul cancro dell’Istituto di Candiolo – IRCCS.

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