20/05/2025
Chiara Corbisieri
Nel maggio del 2020, Chiara Corbisieri, una ragazza solare di soli 17 anni, è venuta a mancare prematuramente, lasciando un vuoto incolmabile nella sua famiglia e in tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla. Da quel momento di profondo dolore è nata una risposta straordinaria: la costituzione della “Delegazione Chiara Corbisieri“, formalizzata nel 2021 dai genitori della giovane con l’obiettivo di sostenere attivamente la ricerca sui sarcomi dei tessuti molli presso l’Istituto di Candiolo – IRCCS.
A distanza di cinque anni dalla sua scomparsa, il ricordo di Chiara continua a essere un motore di cambiamento. Grazie alle numerose iniziative promosse dalla Delegazione, sono stati raccolti a livello nazionale oltre 60.000 euro, destinati allo sviluppo di terapie innovative per i tumori rari e ultrarari.
Il primo intervento concreto della Delegazione ha permesso di sostenere l’attività di ricerca della Dottoressa Giorgia Giordano, sotto la supervisione della Professoressa Ymera Pignochino dell’Università di Torino presso l’Istituto di Candiolo – IRCCS. Lo studio si è concentrato in particolare sui leiomiosarcomi, una forma rara di tumore dei tessuti molli, che richiede approcci terapeutici altamente specifici e personalizzati.
La forza di questo progetto risiede nella creazione di una straordinaria piattaforma di ricerca che comprende ben 493 campioni tumorali prelevati da pazienti. Come spiega la Prof.ssa Pignochino: “Trattandosi di tumori rari, avere una collezione così ampia rappresenta una grande ricchezza per la ricerca“. Da questi campioni, i ricercatori hanno generato diversi modelli sperimentali (colture organotipiche, linne cellulari, xeno-pazienti) che rappresentano gli avatars dei pazienti stessi in vitro e in vivo.
Questi modelli, infatti, permettono di studiare i tumori in laboratorio mantenendo le caratteristiche molecolari originali dei pazienti, un aspetto fondamentale per lo sviluppo di terapie personalizzate.
Microscopia a fluorescenza che mostra l’espressione della proteina target nelle cellule tumorali (sinistra) e nel microambiente (destra), con un diagramma che illustra la segnalazione paracrina e autocrina tra cellule tumorali LMS umane e fibroblasti SLC141A+ murini dopo trattamento chemioterapico.
La ricerca si è focalizzata su particolari molecole chiamate RNA circolari, strutture genetiche che rappresentano il prodotto di un meccanismo regolatorio della trascrizione dell’RNA denominato “backsplicing”. A differenza degli RNA messaggeri lineari, queste molecole formano una struttura ad anello chiuso che le rende particolarmente stabili e resistenti alla degradazione.
Un aspetto fondamentale della ricerca riguarda l’interazione degli RNA circolari con le proteine RBP (RNA – Binding Proteins). Queste proteine si legano agli RNA e ne influenzano il funzionamento. Come evidenziato dalla Prof.ssa Pignochino: “Sappiamo che l’interazione tra RNA circolari e proteine RBP può essere coinvolta in meccanismi importanti per lo sviluppo del tumore“.
Il team di ricerca ha identificato specifici RNA circolari e proteine RBP la cui interazione sembra giocare un ruolo cruciale nella progressione dei leiomiosarcomi.
Gli oligonucleotidi antisenso sono piccoli frammenti di materiale genetico progettati per legarsi specificamente a determinate sequenze di RNA, bloccandone la funzione. Sono già una realtà clinica di vera innovazione per alcune malattie neurodegenerative.
Nel contesto della ricerca sostenuta dalla Delegazione Chiara Corbisieri, i ricercatori di Candiolo hanno sviluppato due tipi di oligonucleotidi antisenso:
Questi oligonucleotidi sono stati modificati chimicamente per aumentarne la stabilità e la biodisponibilità attraverso:
Saggio di migrazione (test di wound healing) che confronta cellule non trattate con trattamenti misAS e intAS a 0h e 48h. Le cellule non trattate (linee blu) mostrano completa chiusura della ferita mentre le cellule trattate con intAS (linee rosse) dimostrano una capacità di migrazione significativamente ridotta.
I primi risultati sono estremamente incoraggianti. I test in laboratorio hanno dimostrato che le cellule tumorali trattate con gli oligonucleotidi antisenso perdono due caratteristiche fondamentali delle cellule metastatiche:
Come sottolinea la Prof.ssa Pignochino: “Migrazione e invasione sono due proprietà fondamentali delle cellule metastatiche. Siamo riusciti a bloccare entrambe utilizzando i nostri oligonucleotidi antisenso.“
Saggio di invasione che dimostra la penetrazione delle cellule tumorali attraverso filtri rivestiti di proteine. Il pannello inferiore mostra il confronto dell’invasione cellulare a 24h e 48h tra cellule non trattate, trattate con misASO e trattate con intASO, rivelando una significativa inibizione dell’invasione nel gruppo intASO.
Il progetto si trova attualmente nella fase pre-clinica. Il prossimo passo cruciale sarà verificare l’efficacia degli oligonucleotidi antisenso nei modelli “di xeno-pazienti”.
Se questi test confermeranno i risultati ottenuti in laboratorio, i ricercatori, in collaborazione con l’oncologia medica, potranno procedere al design di trial clinici dedicati.
La speranza, come evidenzia la Prof.ssa Pignochino, è quella di “vedere funzionare in vivo ciò che abbiamo già visto funzionare in laboratorio.“
Il valore di questa ricerca è particolarmente significativo per i pazienti affetti da sarcomi dei tessuti molli, tumori rari che spesso non dispongono di opzioni terapeutiche efficaci.
Gli oligonucleotidi antisenso rappresentano un approccio altamente mirato e personalizzato, in grado di colpire meccanismi molecolari specifici del tumore con potenzialmente minori effetti collaterali rispetto alle terapie convenzionali.
Microscopia a fluorescenza che mostra l’espressione della proteina target nelle cellule tumorali (sinistra) e nel microambiente (destra), con un diagramma che illustra la segnalazione paracrina e autocrina tra cellule tumorali LMS umane e fibroblasti SLC141A+ murini dopo trattamento chemioterapico.
Il sostegno alla ricerca sui tumori rari è fondamentale per diversi motivi:
Il valore di ogni contributo si riflette nei progressi concreti della ricerca. È possibile sostenere questo percorso attraverso una donazione sul form online o con un bonifico bancario alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, indicando nella causale: “In ricordo di Chiara Corbisieri“.
Grazie al supporto di tutti, la memoria di Chiara continua a trasformarsi in speranza per chi oggi lotta contro i sarcomi. La sua storia ci ricorda che anche dalle esperienze più dolorose può nascere qualcosa di straordinariamente significativo per il futuro della ricerca contro il cancro.