30/07/2025

Fumo e alcol come causa di malattie oncologiche

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Fumo di sigaretta e abuso di alcol sono tra i più potenti fattori di rischio modificabili per lo sviluppo di numerosi tumori. Separatamente già pericolosi, in combinazione i loro effetti si amplificano, danneggiando il DNA e creando un terreno ideale alla crescita incontrollata di cellule cancerose.

Scopriamo come agiscono queste sostanze, quali neoplasie favoriscono e quali contromisure adottare per proteggere la salute.

I numeri che non mentono: la situazione in Italia Le statistiche parlano chiaro e ci riguardano da vicino. Secondo il rapporto “I numeri del cancro in Italia 2024“, nel nostro Paese sono stimati 44.831 nuovi casi di tumore al polmone nel 2024, di cui la stragrande maggioranza è direttamente correlata al fumo di sigaretta. Non si tratta di numeri astratti: dietro ogni cifra c’è una persona, una famiglia, una storia che poteva essere diversa. 

Il consumo di alcol rappresenta un fattore di rischio significativo per diverse patologie tumorali. Secondo l’Osservatorio Nazionale Alcol dell’ISS, tra le patologie attribuibili all’alcol figurano almeno 12 tipi di cancro.

Il rapporto globale dell’OMS 2024 conferma che il consumo di alcol è un fattore di rischio prevenibile che può causare morte prematura e oltre 200 malattie tra cui sette tipi di cancro.

A livello mondiale, l’alcol provoca quasi 1 milione di morti ogni anno, con la percentuale più alta di morti alcol-attribuibili (13%) che nel 2019 ha interessato individui di età compresa tra 20 e 39 anni.

I dati sui fumatori italiani mostrano che 1 italiano su 4 fuma (24%), secondo i dati PASSI 2021-2022 dell’ISS. Questi numeri non devono spaventare, ma responsabilizzare: ogni sigaretta non fumata e ogni bicchiere in meno rappresenta un passo concreto verso la prevenzione.

Sigarette e bevande alcoliche non sono semplici cattive abitudini: contengono sostanze in grado di scavare nel nostro DNA e di alterare i naturali processi di crescita e riparazione cellulare.

Sostanze cancerogene del fumo

Il fumo di tabacco racchiude oltre 70 agenti cancerogeni tra cui piombo, benzene, catrame e nitrosammine. Questi composti si fissano al DNA delle cellule epiteliali delle vie respiratorie, generando lesioni che diventano mutazioni se i meccanismi di riparazione falliscono.

Parallelamente, la combustione del tabacco innesca uno stato di infiammazione cronica, creando un microambiente favorevole alla proliferazione di cellule anomale.

Metaboliti tossici dell’alcol

Quando beviamo, l’etanolo viene convertito in acetaldeide, un metabolita altamente reattivo e mutageno, dall’enzima alcol deidrogenasi. L’acetaldeide si lega stabilmente alle basi azotate del DNA, ostacolando la loro riparazione e incrementando l’instabilità genetica. Inoltre, l’alcol riduce le difese antiossidanti naturali, favorendo l’accumulo di radicali liberi che danneggiano cellule e tessuti.

L’effetto sinergico tra fumo e alcool

Se singolarmente già insidiosi, fumo e alcol in combinazione potenziano vicendevolmente i danni. L’alcool aumenta la permeabilità delle mucose di vie aeree e tubo digerente, facilitando l’assorbimento dei carcinogeni tabagici.

Contemporaneamente, le tossine del fumo possono favorire la trasformazione in metaboliti ancora più pericolosi dell’etanolo. Questo circolo vizioso intensifica l’infiammazione, l’instabilità genetica e il rischio di tumori.

Il tabacco è responsabile di quasi un quarto dei decessi per cancro nel mondo. Le neoplasie più legate al fumo includono:

  • Cancro del polmone: oltre il 90% dei casi è attribuibile alle sigarette, con forme squamocellulari e a piccole cellule.
  • Tumori del cavo orale, faringe e laringe: l’irritazione chimica e l’infiammazione cronica promuovono lesioni precancerose.
  • Carcinoma del colon-retto: i fumatori presentano un’incidenza aumentata, probabilmente per l’esposizione diretta dei carcinogeni ai tessuti intestinali.
  • Neoplasie di esofago, pancreas, vescica e reni: l’inalazione e l’assorbimento sistemico delle sostanze tossiche favoriscono l’insorgenza in queste sedi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica l’alcol come cancerogeno di Gruppo 1, la categoria più alta di rischio cancerogeno che include le sostanze per cui esistono prove sufficienti di cancerogenicità nell’uomo.

Questa classificazione, introdotta dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), raggruppa sostanze e agenti che hanno dimostrato inequivocabilmente di causare il cancro negli esseri umani attraverso evidenze epidemiologiche robuste e studi scientifici approfonditi. Altri esempi di cancerogeni di Gruppo 1 includono il fumo di tabacco, l’amianto, le radiazioni ionizzanti e il benzene.

Nel caso dell’alcol, la classificazione si basa su decenni di ricerca che hanno documentato l’associazione causale tra il consumo di bevande alcoliche e lo sviluppo di diversi tipi di tumore. Il meccanismo cancerogeno principale è legato all’acetaldeide, il metabolita tossico dell’alcol prodotto durante la sua degradazione nell’organismo, che danneggia direttamente il DNA cellulare e interferisce con i meccanismi di riparazione del danno genetico.

Tra le neoplasie più collegate al consumo eccessivo di alcol troviamo:

  • Carcinoma esofageo: i bevitori pesanti rischiano fino a 10 volte di più, per il danno diretto dell’acetaldeide.
  • Epatocarcinoma: l’alcol è fattore primario di cirrosi, condizione predisponente al tumore del fegato.
  • Carcinoma del colon-retto: l’alterazione del microbiota e l’azione mutagena delle nitrosammine aumentano l’incidenza.
  • Tumori di laringe, faringe e cavità orale: l’infiammazione cronica delle mucose testa-collo crea un terreno fertile per la trasformazione maligna.

I dati sui giovani italiani sono particolarmente preoccupanti e richiedono un’attenzione speciale. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (2024), circa uno studente italiano su tre tra i 14 e i 17 anni (30,2%) ha fatto uso di un prodotto a base di tabacco o nicotina negli ultimi trenta giorni, tra sigarette tradizionali, elettroniche e tabacco riscaldato. Inoltre, un adulto italiano su 4 fuma (24%), con percentuali particolarmente elevate tra i giovani.

Perché i giovani sono più vulnerabili

L’organismo in crescita è particolarmente suscettibile ai danni di fumo e alcol. Durante l’adolescenza e la prima età adulta, il cervello continua a svilupparsi fino ai 25 anni circa, e l’esposizione a sostanze tossiche può alterare permanentemente le connessioni neurali, influenzando capacità cognitive, controllo degli impulsi e sviluppo della personalità.

Inoltre, iniziare a fumare o bere in giovane età aumenta drammaticamente il rischio di dipendenza: chi inizia a fumare prima dei 18 anni ha una probabilità 3 volte maggiore di diventare un fumatore cronico rispetto a chi inizia dopo i 21 anni, come riporta il report dell’ISS.

I rischi specifici per i giovani

  • Maggiore suscettibilità al danno genetico: le cellule in rapida divisione sono più vulnerabili agli agenti cancerogeni.
  • Accumulo di danni nel tempo: iniziare presto significa esporre l’organismo per più anni ai fattori di rischio.
  • Interferenza con lo sviluppo: fumo e alcol possono compromettere la crescita e la maturazione di organi e tessuti.
  • Normalizzazione del comportamento: chi inizia giovane tende a percepire questi consumi come “normali”.

Come proteggere i giovani

La prevenzione nei giovani richiede strategie specifiche che tengano conto della loro psicologia e del contesto sociale:

Per i genitori:

  • Dare l’esempio: i figli di non fumatori hanno il 90% di probabilità in meno di iniziare.
  • Parlare apertamente dei rischi, senza drammatizzare ma con dati concreti.
  • Creare un ambiente familiare che non ruoti attorno ad alcol e sigarette.

Per le scuole:

  • Programmi educativi interattivi che coinvolgano attivamente gli studenti.
  • Testimonianze di ex fumatori o pazienti oncologici guariti.
  • Promozione di attività alternative (sport, arte, volontariato).

Per i giovani stessi:

  • Riconoscere la pressione del gruppo e sviluppare strategie per resistere.
  • Trovare modi alternativi per gestire stress, ansia e noia.
  • Informarsi sui reali rischi, al di là dei “miti” diffusi tra coetanei.

La misura più efficace è eliminare o ridurre drasticamente fumo e alcol:

  • Smettere di fumare attraverso programmi di supporto comportamentale e, se necessario, terapie sostitutive della nicotina.
  • Limitare il consumo di alcol secondo le linee guida: non più di 10 g al giorno per le donne e 20 g per gli uomini (equivalenti a un bicchiere di vino o una lattina di birra).
  • Cercare sostegno psicologico e gruppi di mutuo aiuto per gestire le ricadute e mantenere la motivazione.

Anche per ex fumatori e bevitori di lunga data, lo screening rimane una rete di sicurezza:

  • Bassa dose di TC toracica per i fumatori con storia superiore a 20 pacchetti-anno, in grado di ridurre la mortalità polmonare.
  • Gastroscopia o colonscopia in presenza di sintomi persistenti o altri fattori di rischio, per individuare precocemente lesioni sospette.
  • Visite otorinolaringoiatriche e controlli dermatologici per intercettare tumori di bocca, gola e pelle.

Contrastare i tumori legati a fumo e alcol richiede un’azione coordinata a tutti i livelli. La Fondazione Piemontese per la ricerca sul Cancro è in prima linea con iniziative che uniscono informazione, screening e innovazione scientifica.

Fumo e alcol danneggiano il nostro organismo a livello molecolare, aumentando drasticamente il rischio di tumori. 

Eliminare queste abitudini, sostenere lo screening periodico e diffondere la cultura della prevenzione sono passi fondamentali per ridurre il peso delle malattie oncologiche.

Con il tuo contributo, la Fondazione Piemontese per la ricerca sul Cancro potrà ampliare campagne educative, potenziare i programmi di screening e finanziare studi innovativi su biomarcatori e terapie di precisione. Dona ora: contro il cancro, sostieni Candiolo.

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