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22/11/2024

3 domande in…Blu: il tumore della vescica

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Il dottor Paolo Alessio, Urologo dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, in questa video intervista 3 domande in…BLU risponde a tre domande sul tumore della vescica.

Buongiorno a tutti, sono il dottor Paolo Alessio, urologo presso l’Istituto di Candiolo – IRCCS e oggi risponderò a tre domande sul tumore della vescica.

Il tumore della vescica è il decimo tumore più diagnosticato al mondo con circa 30.000 nuovi casi solo in Italia. La fascia d’età più colpita è quella fra i 60 e i 70 anni, con maggior prevalenza degli uomini.

Il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio presente in oltre il 50% dei pazienti affetti da tale patologia; il secondo principale fattore di rischio è l’esposizione professionale ad amine aromatiche e idrocarburi, che si verifica principalmente nei lavoratori esposti a vernici coloranti e prodotti petroliferi.

La presenza di sangue nelle urine, ovvero l’ematuria, è il riscontro più comune nei pazienti con tumore vescicale. Talvolta il sospetto clinico può invece insorgere in presenza di sintomatologia irritativa del basso tratto urinario, come l’aumentata frequenza o l’urgenza minzionale.

In presenza di tracce di sangue nelle urine, il paziente deve riportare l’accaduto in primis al medico curante che guiderà il percorso fino alla visita urologica tramite la prescrizione di indagini di primo livello quali ecografia o citologico urinario.

Eventuali esami di secondo livello urotac o cistoscopia verranno successivamente prescritti dall’urologo.

La diagnosi per definizione si ottiene tramite l’esame istologico, attraverso un intervento endoscopico in sala operatoria tramite le vie naturali, cioè senza tagli, si va ad asportare la neoformazione vescicale completamente o in parte. In caso di malattia superficiale tale intervento può essere il trattamento della patologia stessa, richiedendo in base ai parametri istopatologici, talvolta solo controlli nel tempo.

Diversamente, può essere necessario eseguire delle instillazioni endovescicali postoperatorie per ridurre il rischio di recidiva.

Nei casi più avanzati invece è necessario eseguire degli interventi di chirurgia maggiore con l’asportazione della vescica e una sua sostituzione con un tratto d’intestino.