22/09/2025

Infezione da HPV: la vaccinazione

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Nel panorama della prevenzione oncologica, l’infezione da HPV (Papillomavirus Umano) rappresenta una delle problematiche più diffuse e allo stesso tempo una delle opportunità maggiori per intervenire precocemente. 

La vaccinazione contro l’HPV è oggi uno strumento fondamentale per ridurre il rischio di sviluppare neoplasie correlate, in particolare il tumore del collo dell’utero, ma anche altre patologie oncologiche e benigni condilomi. 

In questo articolo approfondiremo la natura dell’HPV, la diffusione dell’infezione nel contesto italiano, le conseguenze sulla salute e, soprattutto, il ruolo decisivo della vaccinazione nella prevenzione

L’HPV (Human Papillomavirus) è un gruppo di oltre 100 virus e 200 sottotipi, di cui circa 40 possono infettare l’area genitale. Questi virus sono molto comuni: la maggior parte delle persone sessualmente attive tende a contrarre l’infezione almeno una volta nella vita.

La maggior parte delle infezioni da HPV sono transitorie e si risolvono spontaneamente, senza manifestare sintomatologie particolari. Tuttavia, in alcuni casi la persistenza dell’infezione può portare a modificazioni cellulari precancerose o, a lungo termine, a forme tumorali.

L’infezione avviene principalmente tramite contatto sessuale, anche se il virus può essere trasmesso anche con forme di contatto cutaneo meno dirette. La capacità dell’HPV di entrare in contatto con le cellule epiteliali e di integrarsi nel DNA della cellula ospite è ciò che ne determina la pericolosità.

L’epidemiologia dell’HPV in Italia evidenzia una diffusione significativa, in particolare tra adolescenti e giovani adulti. Studi e dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità e altre agenzie sanitarie mostrano che la prevalenza di infezioni da HPV è particolarmente elevata nei primi decenni di vita, con un picco nei 20-25 anni

Queste informazioni rendono la vaccinazione preventiva estremamente importante, poiché somministrare il vaccino prima dell’inizio dell’attività sessuale garantisce una protezione efficace contro i ceppi più pericolosi.

L’infezione da HPV può manifestarsi in vari modi, a seconda del tipo di virus e della risposta immunitaria dell’ospite. Le conseguenze cliniche possono essere suddivise in due categorie principali:

  • Lesioni benigne: alcuni sierotipi dell’HPV sono responsabili di condizioni come le verruche genitali e i condilomi. Queste lesioni, sebbene non cancerogene, possono causare disagio, problematiche estetiche e un impatto negativo sulla qualità della vita.
  • Lesioni a rischio oncogenico: i ceppi ad alto rischio, come l’HPV 16 e 18, sono strettamente correlati allo sviluppo di lesioni precancerose. Se non adeguatamente monitorate e trattate, queste lesioni possono evolvere in veri e propri tumori. In particolare, il tumore del collo dell’utero rappresenta la neoplasia maggiormente prevenibile attraverso la vaccinazione, e la sua incidenza ha subito significative riduzioni nelle regioni con alta copertura vaccinale.

Oltre al carcinoma cervicale, l’HPV è implicato nello sviluppo di neoplasie dell’apparato genitale maschile e femminile (come il carcinoma vulvare, vaginale e del pene) nonché di alcuni tumori della testa e del collo. Queste evidenze sottolineano l’importanza di una strategia preventiva che comprenda sia la vaccinazione che programmi di screening regolari.

La vaccinazione rappresenta sicuramente il progresso più importante nella lotta contro le infezioni da HPV. In Italia, il vaccino contro l’HPV viene offerto gratuitamente a ragazze e ragazzi a partire dagli 11 anni, con lo scopo di proteggere l’ospite prima dell’esposizione al virus.

Tipologie di vaccino disponibili

Sono attualmente disponibili diversi tipi di vaccino contro l’HPV, che differiscono per il numero di sierotipi contro i quali offrono protezione:

  • Vaccino bivalente: protegge contro i sierotipi 16 e 18, responsabili di circa il 70% dei tumori cervicali.
  • Vaccino quadrivalente: protegge contro i sierotipi 6, 11, 16 e 18. Oltre a prevenire le lesioni precancerose, offre protezione contro le verruche genitali causate principalmente dagli HPV 6 e 11.
  • Vaccino nonavalente: l’ultimo in termini di estensione, offre protezione contro nove sierotipi (6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52 e 58) ed è in grado di prevenire oltre il 90% delle neoplasie HPV-correlate. Questo vaccino è attualmente lo standard per la prevenzione globale.

Ulteriori dettagli tecnici e scientifici sui vaccini possono essere approfonditi su VaccinarSì, una fonte autorevole e aggiornata.

Come si somministra il vaccino HPV

Lo schema vaccinale varia in base all’età al momento dell’inizio del ciclo:

  • Per i soggetti che iniziano la vaccinazione prima dei 15 anni, sono previste 2 dosi, somministrate a una distanza tra i 5 e 13 mesi della precedente.
  • Per chi inizia dopo i 15 anni, il ciclo prevede 3 dosi.

Questo schema permette al sistema immunitario di sviluppare una risposta adeguata e duratura contro l’HPV. La vaccinazione non sostituisce i programmi di screening, ma li integra, garantendo una copertura trasversale che riduce in maniera significativa la probabilità di insorgenza delle neoplasie correlate.

Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che la vaccinazione contro l’HPV è estremamente sicura ed efficace. I dati raccolti a livello internazionale e in Italia evidenziano che:

  • Il vaccino riduce in modo sostanziale l’incidenza di infezioni persistenti da HPV e, di conseguenza, il rischio di sviluppare lesioni precancerose.
  • Studi su vaste coorti di popolazione hanno mostrato una riduzione significativa della comparsa di lesioni cervicali in grado di progredire verso il carcinoma.
  • La somministrazione del vaccino ha portato a una riduzione dell’incidenza delle verruche genitali, migliorando la qualità della vita e riducendo l’onere sanitario.

Fonti autorevoli come il Ministero della Salute e articoli scientifici disponibili sui portali specializzati in vaccinologia confermano il profilo di sicurezza del vaccino e ne evidenziano l’impatto positivo sia a livello individuale che di salute pubblica.

In Italia, la vaccinazione anti-HPV è parte integrante del calendario vaccinale nazionale. Le campagne di comunicazione, realizzate dal Ministero della Salute, mirano a sradicare le incomprensioni e a incrementare l’adesione al vaccino. 

Il coinvolgimento dei medici di base, dei pediatri e dei vaccinatori è fondamentale per informare le famiglie sui benefici della vaccinazione.

Recenti accordi, come quelli attuati in alcune regioni del Sud Italia, hanno esteso la somministrazione del vaccino anche negli ambulatori dei Pediatri di Libera Scelta, incrementando così le coperture vaccinali in aree dove il tasso di adesione era precedentemente basso.

Nonostante la comprovata efficacia e sicurezza, permangono alcune sfide nella diffusione della vaccinazione anti-HPV in Italia:

  • Copertura vaccinale insufficiente: sebbene in molte regioni siano stati raggiunti livelli soddisfacenti, alcuni territori registrano ancora percentuali inferiori agli standard auspicati. Ciò comporta un rischio maggiore di diffusione del virus e, di conseguenza, un potenziale aumento delle lesioni precancerose.
  • Incertezze e disinformazione: diffondere informazioni corrette e aggiornate è cruciale per contrastare miti e paure infondate riguardo ai vaccini. Il ruolo dei medici, dei vaccinatori e delle campagne informative istituzionali è fondamentale per garantire una comunicazione chiara e trasparente.
  • Accessibilità e distribuzione: garantire che tutte le fasce di popolazione abbiano facile accesso alla vaccinazione è una priorità. L’estensione della vaccinazione negli ambulatori dei Pediatri di Libera Scelta e l’organizzazione di campagne territoriali sono strategie efficaci per colmare eventuali gap.

Le opportunità offerte dall’attuale contesto vaccinale consentono di immaginare un futuro in cui il tasso di infezione da HPV diminuirà ulteriormente, con un corrispondente calo delle neoplasie correlate. 

L’esperienza internazionale, unitamente ai dati italiani, suggerisce che un aumento della copertura vaccinale può generare benefici anche in termini di immunità di gregge, proteggendo indirettamente anche chi non è stato vaccinato.

L’impatto della vaccinazione anti-HPV va ben oltre la protezione individuale. L’applicazione diffusa del vaccino comporta effetti positivi a livello sociale e sanitario, tra cui:

  • Riduzione della mortalità: una maggiore copertura vaccinale si traduce in un minor numero di casi di tumori correlati all’HPV, in particolare il carcinoma cervicale, che comporta un significativo onere in termini di trattamenti e costi sanitari.
  • Ottimizzazione delle risorse sanitarie: riducendo il numero di casi avanzati e le relative complicanze, il sistema sanitario può destinare risorse a ulteriori interventi di prevenzione e ricerca, migliorando la qualità complessiva dell’assistenza.
  • Benefici a lungo termine: studi a lungo termine hanno dimostrato che la vaccinazione, somministrata prima dell’esposizione al virus, porta a una sostanziale diminuzione dell’incidenza delle lesioni precancerose e a un ritardo o riduzione della comparsa di neoplasie maligne. Questi benefici, insieme al supporto fornito da adeguati programmi di screening, contribuiscono a una diminuzione complessiva della mortalità correlata alle infezioni da HPV.

Le evidenze disponibili confermano che investire nella prevenzione attraverso la vaccinazione è una strategia vincente, capace di generare benefici duraturi sia per il singolo individuo che per l’intera comunità.

L’introduzione della vaccinazione anti-HPV rappresenta un punto di svolta nella prevenzione delle infezioni e delle patologie correlate. Le innovazioni tecnologiche e la continua evoluzione degli schemi vaccinali aprono la strada a una nuova era della medicina preventiva.

In Italia, l’adozione di strategie integrate che uniscono vaccinazione e screening permettono di ridurre significativamente l’incidenza delle neoplasie correlate all’HPV, trasformando il panorama della prevenzione e migliorando la qualità della vita dei cittadini.

Il potenziamento delle campagne informative e l’impegno delle autorità sanitarie sono essenziali per raggiungere sempre maggiori livelli di copertura vaccinale.

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