26/06/2025

Nuove cure anche grazie alla medicina personalizzata

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Dottoressa Elisabetta Fenocchio, Referente Ricerca Clinica in Neoplasie Gastroenteriche dell'Istituto di Candiolo - IRCCS - allo studio su nuove cure per il tumore del pancreas

Dottoressa Elisabetta Fenocchio, Referente Ricerca Clinica in Neoplasie Gastroenteriche dell’Istituto di Candiolo – IRCCS – allo studio su nuove cure per il tumore del pancreas.

Il tumore al pancreas è noto per la sua aggressività, dovuta in gran parte a una diagnosi spesso tardiva: nelle fasi iniziali, infatti, può svilupparsi in modo silenzioso, senza manifestare sintomi evidenti. Negli ultimi anni, tuttavia, la ricerca sta aprendo nuove prospettive, sia per la diagnosi precoce, grazie a tecniche di biopsia liquida attualmente ancora in fase sperimentale, sia per il trattamento della malattia nelle sue diverse fasi.

Tra le novità più significative nel trattamento della malattia in fase avanzata, spicca la recente approvazione, tra le terapie a disposizione, di una combinazione di chemioterapici che include l’irinotecano liposomiale pegilato, una molecola veicolata da nanotecnologie in grado di aumentare l’efficacia del trattamento e ridurne gli effetti collaterali.

Inoltre, anche in questo tumore, un ruolo sempre più centrale è ricoperto dalla medicina personalizzata che, attraverso l’analisi molecolare del tumore, può individuare alterazioni genetiche specifiche che fungono da potenziali bersagli per farmaci mirati. Sebbene rare, queste alterazioni genetiche, quando presenti, consentono l’accesso a protocolli sperimentali con terapie innovative disponibili anche presso il nostro Istituto.

Esiste una quota di neoplasie pancreatiche che, sebbene non abbiano sviluppato metastasi a distanza, non possono essere sottoposte a un intervento chirurgico radicalizzante, in questi casi la radioterapia stereotassica, ad alte dosi e altamente mirata, sta mostrando risultati promettenti e duraturi.

Infine, i nostri ricercatori, inseriti in un network di ricerca internazionale, stanno analizzando i possibili meccanismi di resistenza ai trattamenti, offrendo spunti per future combinazioni terapeutiche più efficaci per la cura di questa neoplasia. Questi progressi rappresentano un importante segnale di avanzamento nel migliorare la prognosi e la qualità di vita di tutti i pazienti.

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