30/06/2025
Intervista al dottor Giovanni Grignani, che dirige un dipartimento in cui lavorano oltre 100 persone.
Dottor Giovanni Grignani, Direttore dell’oncologia medica all’Istituto di Candiolo – IRCCS
Il Dipartimento di Oncologia Medica dell’Istituto di Candiolo – IRCCS ha da qualche mese un nuovo direttore, il dottor Giovanni Grignani, una preziosa risorsa professionale rientrata a Candiolo dopo un paio di anni di attività presso la Città della Salute.
L’importanza di questo Dipartimento come frontiera avanzata nella lotta contro il cancro e come punto di speranza e di riferimento per i malati oncologici è evidente: comprende il Reparto di Degenza, in cui ogni anno vengono ricoverate più di 800 persone, il Day Hospital, che offre esami e procedure medico/diagnostiche e che nel 2024 ha fatto registrare oltre 33 mila accessi, la Divisione di Medicina Interna. Vi lavorano oltre cento persone, fra cui una trentina di medici.
Dottor Grignani, perché ha scelto di tornare?
Innanzi tutto perché l’Istituto di Candiolo – IRCCS ha deciso di fare un investimento molto importante sul capitale umano, scegliendo di potenziare le risorse a disposizione dei pazienti e, quindi, aumentando la capacità di seguire e attuare protocolli di cura che sono di riferimento nazionale e internazionale.
Poi perché vi sono molti clinici impegnati nella ricerca e l’Istituto ha un ruolo importante nel panorama delle terapie avanzate. Infine per gli investimenti programmati per soddisfare la domanda sempre crescente che c’è nell’oncologia medica.
Quando parla del ruolo dell’Istituto nelle terapie avanzate a che cosa si riferisce?
Allo sforzo di trasferire tutti i risultati della medicina di precisione, cioè i trattamenti a bersaglio molecolare, nelle patologie che seguiamo, al potenziamento dell’immunoterapia in collaborazione con l’Università, fra l’altro è anche rientrato un ricercatore di primo piano come il professor Dario Sangiolo, all’avvio delle cure con terapie cellulari, le CAR-T, che sono la frontiera avanzata dell’oncoimmunologia.
Sul fronte delle strumentazioni il suo Dipartimento che cosa offre?
Candiolo, grazie agli investimenti della Fondazione, ha strumenti diagnostici e terapeutici all’avanguardia, nei mesi scorsi ad esempio è arrivata una Tac di ultima generazione che consente un ulteriore miglioramento nella definizione delle immagini. È una risorsa diagnostica e di indirizzo nelle decisioni terapeutiche preziosissima.
Parliamo del Day Hospital.
È una struttura molto moderna, che implica notevoli vantaggi per i pazienti. Iniziamo da quelli psicologici, come quello di poter rientrare a casa dopo le cure: fa sentire meno ammalati. O come il poter inserire la malattia nella propria vita quotidiana senza stravolgerla, vuol dire proseguire la propria attività professionale, mantenere le proprie relazioni sociali e familiari. Poi c’è la riduzione del rischio delle infezioni ospedaliere, che sono un problema emergente a livello globale
Quali neoplasie si curano nel Day Hospital?
Si fanno tutti i trattamenti per i tumori solidi, ad eccezione di quelli del sistema nervoso centrale, e per tutte le patologie tumorali di tipo ematologico. Ci sono 12 medici che ogni giorno sono impegnati esclusivamente nel Day Hospital, cui si aggiungono i medici che si dividono col lavoro negli ambulatori e nei reparti di degenza.
Avete il problema delle liste di attesa?
No. Assolviamo la presa in carico del paziente nel giro di pochi giorni, modulando questo intervallo in considerazione delle acuzie e delle esigenze cliniche. Certo il lavoro è in crescita, anche perché la nostra ambizione è di ridurre al minimo l’ospedalizzazione, con gli indubbi vantaggi per il paziente di cui ho detto, ma in definitiva anche con vantaggi economici per la collettività.
In questi anni le cure antitumorali hanno fatto grandi progressi.
Sì, progressi indubbi e legati alla definizione molecolare dei meccanismi che determinano la malattia e alla possibilità di cure molto più mirate, costruite “come un abito su misura”. C’è stato anche un avanzamento nella tecnologia farmaceutica con la costruzione di anticorpi specifici in grado di colpire quasi esclusivamente le cellule tumorali.
Dottor Giovanni Grignani, Direttore dell’oncologia medica all’Istituto di Candiolo – IRCCS