Il pancreas si trova dietro molti altri organi come lo stomaco, l’intestino e il fegato. La sua posizione delicata può comportare diagnosi oncologiche tardive e forme di cancro molto aggressive.
Ecco perché l’Istituto di Candiolo – IRCCS non si ferma mai e ha scelto di sostenere il progetto della Dottoressa Carina Cojocaru che sta testando una specifica molecola per agire sul microambiente tumorale di questo tipo di patologia.
Buongiorno a tutti, mi chiamo Carina Cojocaru, sono una ricercatrice di Candiolo da 5 anni e lavoro in un gruppo di ricerca che si occupa di studiare il microambiente tumorale. In particolar modo, noi utilizziamo dei modelli di adenocarcinoma pancreatico.
Negli ultimi anni abbiamo provato l’efficacia di una molecola che si chiama semaforina 3A. La semaforina 3A è stata inizialmente identificata nel sistema nervoso centrale e il suo compito era quello di dirigere la navigazione assonale. In seguito si è poi visto che ha anche tanti altri effetti.
Infatti, noi la utilizziamo come farmaco per trattare questo tipo di tumore e abbiamo visto che alcuni effetti di questa molecola sono quelli di diminuire la crescita tumorale, di ridurre il numero di metastasi e, infine, anche di migliorare l’efficacia della chemoterapia quando co-somministrate.
Quindi poi ci siamo chiesti quali fossero gli effetti di questa molecola e su quale popolazione cellulare andasse ad agire. Abbiamo visto che essa non ha un effetto diretto sulle cellule tumorali, che sono quelle mutate all’interno del tumore, ma ha un effetto sulle cellule del microambiente. Il microambiente è formato da cellule che possiamo considerare sane e che sono, per esempio, le cellule dei vasi, i fibroblasti, le cellule immunitarie.
Gli effetti quindi della semaforina 3A sulle cellule del microambiente sono che è in grado di normalizzare il tessuto vascolare, quindi rendendolo più organizzato e ordinato. Inoltre, è in grado di revertire il fenotipo dei fibroblasti da uno stato pro-tumorale ad uno stato antitumorale, ed è in grado di attivare alcune componenti del sistema immunitario, reclutandole all’interno del tumore e facendole dirigere direttamente contro le cellule tumorali.
Abbiamo inoltre provato ad effettuare un trattamento con la semaforina 3A insieme ad immunoterapia, che è utilizzata in clinica, e abbiamo visto che l’effetto sulla crescita tumorale e sulla sopravvivenza è ancora migliore di quello della semaforina da sola. Quindi i nostri prospetti futuri sono quelli di riuscire a capire se questi effetti promettenti possono anche essere verificati all’interno dei pazienti, magari in seguito a combo-terapia con semaforina 3A ed immunoterapia.
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