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22/02/2024

L’immunoterapia

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Perché studiamo il sistema immunitario nei tumori?

Cristina Chiabotto: Oggi parliamo di immunoterapia con la Dottoressa Annamaria Gullà. Allora Dottoressa, ci chiedono: perché studiamo il sistema immunitario nei tumori?

Dottoressa Annamaria Gullà: Il sistema immunitario è il primo sistema di difesa dell’organismo contro qualsiasi agente esterno, come quando abbiamo un’infezione. Questo dovrebbe succedere anche nei confronti del tumore, nei confronti del cancro, però come sappiamo questo non succede perché la cellula trasformata, la cellula anomala, è capace anche di mimetizzarsi e quindi di non farsi riconoscere dal sistema immunitario e continuare a proliferare, dando poi l’insorgenza al tumore.

Oltre a fare ciò, è capace anche a riprogrammare tutto il suo microambiente. Quindi il microambiente tumorale molto spesso viene definito immunosoppressivo, proprio perché è associato a un sistema immunitario che non è capace di riattivarsi ed essere attivo contro il tumore stesso. Quindi studiare questi meccanismi alla base del mancato riconoscimento della cellula tumorale è essenziale per poter appunto individuare nuove strategie immunoterapeutiche.

Come si studia il sistema immunitario?

Cristina Chiabotto: Un’altra domanda dei nostri follower: come si studia il sistema immunitario?

Dottoressa Annamaria Gullà: Abbiamo diverse tecnologie ora a disposizione per farlo. Ci sono tecniche di sequenziamento che permettono per ogni singola cellula del microambiente tumorale di avere un identikit di quelle che sono i geni espressi, quindi un profilo e un sequenziamento sia a livello di trascrittomica, di epigenomica, che sono tutti termini che ci fanno capire l’identikit genico della cellula, ma non solo della cellula tumorale, ma anche di quella di tutto il microambiente tumorale e quindi di tutte le cellule del sistema immunitario.

Ci sono tecniche ora che ci permettono anche di avere una distribuzione spaziale, di capire come queste cellule sono disposte all’interno del microambiente tumorale, come comunicano tra di loro o ad esempio abbiamo tecniche, come quella che utilizziamo molto anche noi, essendo un laboratorio di ematologia sperimentale, che è la citofluorimetria, che è un’analisi che ci permette di valutare l’espressione di particolari marcatori, di particolari proteine, sulla cellula tumorale e sulle cellule del microambiente per poterle così identificare e avere uno screenshot di quello che succede nel paziente in quel determinato momento.

È importante avere delle analisi fatte a diversi momenti durante le varie fasi della malattia, perché il sistema immunitario si modifica, è un sistema dinamico, e quindi può essere alterato in seguito alla terapia, durante la recidiva, rispetto a quello che invece osserviamo in fase di diagnosi, e quindi tutte queste sono informazioni che appunto servono per sia individuare strategie ma anche capire come l’immunoterapia stia realmente funzionando e sia efficace nel paziente.

In che cosa consiste l’immunoterapia?

Cristina Chiabotto: In che cosa consiste l’immunoterapia?

Dottoressa Annamaria Gullà: L’immunoterapia consiste in quell’insieme di terapie che sono volte proprio a riattivare il sistema immunitario contro il tumore. Esistono diversi tipi di terapie. Alcune puntano a utilizzare le cellule stesse del sistema immunitario e a riprogrammarle contro delle proteine specifiche del tumore, come succede ad esempio con i cartì, di cui si sente molto parlare, o ci sono delle terapie che provano a inibire il freno delle cellule, quindi a riattivare le cellule del sistema immunitario.

Ci sono degli “interruttori” sulle cellule del sistema immunitario e alcune di queste terapie come i “immune checkpoint inibitors” provano a riattivare il sistema immunitario contro la malattia, o gli anticorpi prodotti in laboratorio, che non fanno altro che mimare quello che succede normalmente durante la normale difesa immunitaria dell’organismo.

Ora si inizia a parlare anche dell’effetto immunologico della chemioterapia, che prima veniva associata semplicemente a una terapia in grado di uccidere la cellula tumorale, mentre adesso non solo la elimina ma può anche stimolare il sistema immunitario nuovamente contro il tumore.

Cosa si fa a Candiolo in questo ambito?

Cristina Chiabotto: Cosa si fa a Candiolo in questo ambito?

Dottoressa Annamaria Gullà: Esistono diversi studi in atto che provano proprio a individuare nuove strategie immunoterapeutiche in diversi tipi di tumori. Nel mio laboratorio proviamo a farlo nell’ambito del mieloma multiplo, che è una neoplasia del sangue, e soprattutto di una cellula che fa parte del sistema immunitario, che è la plasmacellule, deputata alla produzione degli anticorpi. In questo caso, in questa specifica neoplasia, quello che sappiamo è che il sistema immunitario è altamente compromesso e quindi quello che facciamo è proprio cercare di studiare i meccanismi che potrebbero mediare il riconoscimento della cellula tumorale da parte del sistema immunitario e quindi riattivarlo contro la malattia.

Cristina Chiabotto: Grazie alla Dottoressa Anna Maria Gullà. Noi ci rivediamo al prossimo appuntamento. Grazie alla Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro e mi raccomando, “Sul Tumore Facciamo Rumore“.