17/06/2024
Cristina Chiabotto: Dottore allora ci chiedono, e me lo chiedo anch’io: ci sono sempre più casi di tumore al seno, uno al giorno, anche su ragazze molto giovani. Com’è possibile tutto questo? Ed è chiaramente così?
Dottor Guglielmo Gazzetta: È una delle domande delle considerazioni che effettivamente ci vengono fatte più spesso. E in effetti il tumore al seno è il tumore più frequente in assoluto nella patologia oncologica, costituisce circa il 30% del totale dei tumori femminili. E in effetti c’è stato un piccolo aumento in questa incidenza, specialmente per quanto riguarda le donne giovani. Un aumento però troppo piccolo per giustificare quella che effettivamente questa sensazione a livello sociale, a livello della popolazione.
In effetti la verità è che al giorno d’oggi di tumore al seno finalmente si parla. Una diagnosi di tumore al seno non è più una cosa da tenere nascosta, non è più una vergogna, non è più un segreto. Per cui al giorno d’oggi una donna che inizia, affronta un percorso di terapie di cura per una patologia mammaria, non solo non la nasconde più, ma finalmente ne parla. Questo è stato possibile ovviamente grazie al grande impegno delle associazioni, grazie al mondo dell’informazione, anche alle rubriche come la nostra.
Grazie allo sforzo anche del mondo medico scientifico. Tutto questo ha avuto un impatto molto positivo ovviamente anche sul concetto della prevenzione. Per cui parlando sempre di più di tumore al seno e conoscendo, per fortuna, l’efficacia delle terapie, anche giovani donne in salute hanno iniziato sempre più a sottoporsi agli esami di screening, cosa che ci permette di avere delle percentuali di guarigione decisamente superiori.
Cristina Chiabotto: Una domanda anche molto frequente come si cura oggi il tumore al seno e come si è arrivati a questo punto?
Dottor Guglielmo Gazzetta: Dunque, al giorno d’oggi il tumore al seno si cura in maniera estremamente personalizzata. Il tumore al seno non è più concepito come una volta, come un’entità unica e univoca che si trattava sempre nella stessa maniera. Ma al giorno d’oggi sappiamo che esistono tanti tipi diversi di patologia della mammella, tanti tipi diversi di tumore al seno, ognuno dei quali ha delle terapie estremamente specifiche. Al giorno d’oggi, fortunatamente, si è raggiunto questo livello di conoscenza grazie a tutto un lavoro di ricerca.
La conoscenza di una patologia ci mette nelle condizioni di curarla, ovviamente meglio. Il lavoro che c’è dietro, ed è un tema che ovviamente sta molto a cuore al nostro Istituto, è proprio quello della ricerca. La profonda conoscenza della patologia passa attraverso la ricerca di base. Quindi il concetto iconico di ricercatore in laboratorio che lavora sulle cellule, sui meccanismi cellulari. La ricerca traslazionale, che è quella che trasporta questi dati all’area clinica e la ricerca clinica vera e propria, che è quella di cui ci occupiamo noi medici e chirurghi a contatto con il paziente.
Cristina Chiabotto: Perché oggi una donna che riceve la diagnosi di carcinoma della mammella dovrebbe farsi curare in un istituto di ricerca?
Dottor Guglielmo Gazzetta: Ecco, una donna che oggi riceve una diagnosi di tumore del seno che scelga di farsi curare in un istituto di ricerca come il nostro, di fatto sceglie e accetta di ricevere oggi quelli che saranno i trattamenti del futuro.
Accetta di prendere parte in qualche modo, in anticipo a quello che sarà lo standard di cura. Accetta di partecipare e di ricevere terapie farmacologiche, radioterapiche o tecniche chirurgiche decisamente di avanguardia e sempre un po’ in anticipo rispetto a quello che un domani diventerà invece di uso comune.
Questa scelta ovviamente è un passaggio fondamentale. Farsi curare in un istituto dove le persone, i professionisti, siano completamente dedicati a una patologia e in cui si faccia della ricerca, significa nel profondo avere più possibilità.
Cristina Chiabotto: Tu sei un chirurgo e ti occupi di chirurgia al seno. Quali sono nel tuo ambito le applicazioni pratiche della ricerca e quali sono le novità di cui vi occupate voi senologi dell’Istituto di Candiolo?
Dottor Guglielmo Gazzetta: Sì, la chirurgia della mammella è effettivamente una delle branche chirurgiche più giovani, relativamente più moderna ed è una delle branche che negli ultimi dieci 15 anni ha subito lo sviluppo e l’evoluzione maggiore.
Oggi la nostra Unità di Chirurgia Senologica dell’Istituto di Candiolo, che è un’unità tra l’altro molto giovane, la nostra età media è una delle minori in Italia, ha come focus principale, come obiettivo principale quello di offrire una chirurgia sempre meno invasiva in una chirurgia sempre più delicata, sempre più personalizzata e volta alla conservazione dei tessuti sani, volta al rispetto della cosmesi e quindi, in senso lato, proprio alla conservazione dello stato di salute.
Questo crediamo che sia molto importante, soprattutto in un’epoca storica in cui, come dicevamo, le diagnosi coinvolgono sempre di più, purtroppo, le donne giovani e in cui c’è un particolare interesse anche nei confronti della chirurgia profilattica per le donne mutate. Per cui noi crediamo che una chirurgia sempre meno impattante sia la soluzione.
Per questo la nostra unità partecipa ai più importanti trial nazionali e internazionali oncologici volti a ottenere una de-escalation chirurgica, cioè una riduzione proprio del numero di interventi dell’impatto chirurgico, e, nello specifico, il nostro Istituto ci ha messo nelle condizioni di diventare il centro di riferimento internazionale per la chirurgia robotica mammaria. All’interno della nostra unità, sono in corso diversi trial, diversi protocolli di chirurgia robotica e di chirurgia endoscopica mininvasiva della mammella.
A questo proposito, proprio nelle prossime settimane saremo i primi in Europa a utilizzare il nuovo robot Da Vinci. Questo ovviamente grazie alla nostra Fondazione, per offrire dei trattamenti ancora più innovativi, ancora più delicati.