Cosa succede quando una terapia genera i risultati sperati su un tipo di tumore?
Si sceglie di studiarla ancora di più, per capire se i suoi punti di forza possono essere utili contro un’altra patologia. Questo è quello che sta facendo il Dottor Marco Cortese all’Istituto di Candiolo – IRCCS, insieme a un intero team di ricerca. Il suo focus è l’immunoterapia adottiva, con bersaglio il tumore al colon retto.
Il mio progetto di ricerca si concentra sullo studio di strategie di immunoterapia adottiva contro i tumori solidi, in particolare contro il tumore del colon-retto. Negli ultimi anni queste terapie hanno avuto un’incredibile efficacia contro i tumori ematologici. Purtroppo contro i tumori solidi al momento presentano ancora alcune criticità.
Pertanto, studiarle e traslarle è l’obiettivo principale del mio progetto di ricerca. Il fine è quello di ingegnerizzare cellule immunitarie, in particolare con dei recettori chimerici chiamati CAR, per renderle super intelligenti.
Questi recettori colpiscono specificatamente le cellule tumorali. Purtroppo questi antigeni presenti sulle cellule tumorali non sempre sono specifici e sono presenti anche sulle cellule sane.
Pertanto, nel nostro laboratorio abbiamo sviluppato un sistema combinatorio innovativo per far sì che le nostre cellule super intelligenti colpiscano solo le cellule malate e risparmino le cellule sane.
I prossimi passi saranno sicuramente indirizzati nel potenziare ancora di più queste cellule super intelligenti, per far sì che raggiungano la clinica nel modo più veloce possibile.
Questi potenziamenti saranno focalizzati principalmente nel rilascio di specifiche molecole nel sito tumorale, ad esempio come molecole chiamate citochine o interleuchine, o anche alcune chemochine.
Queste molecole non solo permettono di attivare ulteriormente le nostre cellule super intelligenti, ma anche di richiamare e coinvolgere il sistema immunitario dell’ospite. Quindi le nostre cellule intelligenti non solo potranno attivamente eliminare il tumore, ma riattiveranno il sistema immunitario del paziente, permettendo un’eliminazione del tumore più efficace e più veloce.