22/07/2024
Il tumore gastrico rappresenta il quinto tumore più comune al mondo e la terza causa di morte correlata al cancro. Da diversi anni il Laboratorio di Biologia Molecolare del Cancro dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, dove lavorano giovani ricercatrici e ricercatori molto affiatati e motivati, ha attivato uno studio finalizzato a generare modelli tumorali che riproducano nel modo più accurato possibile la malattia che si osserva nei pazienti affetti da tumore gastrico.
Lo scopo è quello di verificare l’efficacia di nuovi approcci terapeutici e di identificare dei “segnali” che ci permettano di predire se una terapia sarà efficace o meno in ogni singolo paziente. Ad oggi, l’insieme di modelli di tumore gastrico da noi generati è, a quel che ci risulta, il più grande al mondo. Negli scorsi anni abbiamo utilizzato questi modelli per ottimizzare una terapia approvata per i pazienti con tumore gastrico, ma che nella pratica clinica non si è rivelata così efficace come atteso.
I pazienti che presentano un’eccessiva espressione di una molecola che si chiama HER2 ricevono un farmaco denominato trastuzumab, ma solo una percentuale relativamente bassa di essi ne trae un reale beneficio. Noi abbiamo dimostrato che una parte di questi pazienti potrebbe ottenere un’efficacia terapeutica superiore se al trastuzumab venisse associato un secondo farmaco, chiamato pertuzumab.
Nell’ottica di applicare i principi della medicina di precisione che, come un sarto che cuce i vestiti su misura a ogni cliente, tende a personalizzare la terapia in ogni singolo paziente, abbiamo cercato di identificare nuovi bersagli terapeutici, presenti anche solo in una piccola percentuale di pazienti. Abbiamo quindi dimostrato che pazienti che presentano un’alta espressione di una molecola chiamata EGFR rispondono molto bene a farmaci che la “bloccano”. Questi farmaci sono già in uso nel trattamento di altri tumori e non presentano importanti tossicità.
Il gruppo di ricerca della professoressa Silvia Giordano
È molto importante sottolineare che i nostri risultati sperimentali sono stati successivamente confermati in uno studio clinico condotto su pazienti affetti da tumore gastrico che presentano questa caratteristica alterazione molecolare (circa il 7% dei pazienti con tumore gastrico), sottolineando come gli studi da noi condotti possano essere veramente importanti per migliorare la prognosi dei pazienti. Più recentemente ci siamo chiesti se una terapia, già in uso in donne con tumore della mammella o dell’ovaio, potesse trovare un’applicazione anche nella malattia che stiamo studiando.
Si tratta di farmaci chiamati ‘inibitori di PARP’ che, bloccando i meccanismi di riparazione del DNA, inducono la cellula tumorale a “suicidarsi”. Questo avviene solo se la cellula colpita dal farmaco presenta già alterazioni dei sistemi che “controllano” la riparazione del DNA ed è molto importante perché significa che le cellule sane non vengono colpite; è però necessario individuare esattamente quali pazienti presentano tumori con queste caratteristiche.
Nei tumori gastrici, queste “alterazioni” sono presenti in meno del 10% dei pazienti e oggi possono essere abbastanza facilmente identificate grazie a tecniche che analizzano la sequenza dei geni. Usando i modelli sperimentali che abbiamo generato, abbiamo dimostrato che i tumori selezionati per la presenza di queste “alterazioni” rispondono agli inibitori di PARP, così come si osserva nei tumori della mammella e dell’ovaio con le medesime caratteristiche.
Questo studio, recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Cancer Research, così come gli altri che abbiamo condotto, ci permette di ampliare il ventaglio di opzioni terapeutiche che possiamo offrire ai nostri pazienti, al fine di migliorarne la qualità di vita e la prognosi.
Professoressa Silvia Giordano Direttore Laboratorio di Biologia Molecolare del Cancro, Istituto di Candiolo – IRCCS