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23/04/2024

La realtà aumentata applicata alla Chirurgia Oncologica all’Istituto di Candiolo – IRCCS

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Andrea Martino: Tra computer e intelligenza artificiale sempre più presenti nelle sale operatorie. Qui siamo all’Istituto Candiolo di Torino, un centro all’avanguardia nell’utilizzo di tecnologie nella lotta dei tumori alla prostata e del rene. Oggi, ci dicono, partendo da una semplice TAC, è possibile ottenere una ricostruzione tridimensionale dell’organo e della massa tumorale. È la cosiddetta realtà aumentata.

Dottor Pietro Piazzolla: Per realtà aumentata si intende una serie di dati digitali, generalmente si parla di immagini tridimensionali, ma non limitatamente ad essi, comunque dati digitali che vengono aggiunti a quella che è la nostra percezione del mondo reale, quindi generalmente a un video oppure a un una ripresa in diretta di quello che ci circonda. In questo caso, il mondo reale, rappresentato dall’immagine dell’endoscopio durante un’operazione, i dati digitali che vengono aggiunti sono l’immagine renderizzata di un modello di prostata 3D del paziente.

Andrea Martino: Si effettua una mappatura, le immagini digitali in 3D si sovrappongono con le immagini reali intra-operatorie e si creano dei punti di riferimento.

Dottor Pietro Piazzolla: Il punto di riferimento in questo caso utilizzato, l’elemento di riferimento è il catetere, che viene riconosciuto grazie all’intelligenza artificiale che è in grado di localizzarlo. Non solo riconoscere i pixel dell’immagine che appartengono al catetere, ma anche capire quindi qual è la sua posizione nello spazio, qual è la sua rotazione, la sua dimensione, restituirci queste informazioni in modo tale che si possa sovrapporre poi l’oggetto tridimensionale.

Andrea Martino: È un’arma in più per combattere le neoplasie, visto che in tempo reale il chirurgo può vedere con accuratezza millimetrica non solo il punto in cui si trova il tumore, ma anche la sua relazione con gli organi circostanti.

Professor Francesco Porpiglia: Questa tecnologia offre dei vantaggi enormi per il chirurgo, che si ripercuotono ovviamente sul paziente, per il chirurgo, con la possibilità di visualizzare strutture anatomiche che normalmente non possono essere visualizzate. Mi riferisco alla individuazione della neoplasia del tumore all’interno della ghiandola prostatica, ad esempio, oppure delle strutture vascolari per quanto riguarda la neoplasia renale. Quindi, mi consente di effettuare delle incisioni molto più precise e conseguentemente con dei risparmi e dei vantaggi funzionali per il paziente. Può essere utilizzata per il trattamento dei tumori di prostata. Il tumore di prostata, ad esempio, non è visualizzabile, quindi in corso di asportazione della ghiandola prostatica per tumore di prostata, mediante la chirurgia robotica, è possibile effettuare delle resezioni molto precise grazie al fatto che possiamo individuare molto bene la sede e la localizzazione della neoplasia.

Andrea Martino: Un rivoluzionario approccio chirurgico, ma che al momento non è possibile per tutti i tipi di tumore. Ma i progressi degli ultimi anni fanno ben sperare.

Professor Francesco Porpiglia: Non è ancora una realtà, poiché siamo in una fase sperimentale, quindi molto avanzata. Nella nostra istituzione stiamo già utilizzandola da parecchi anni. Abbiamo fatto parecchie attività scientifiche, abbiamo pubblicato molti lavori e i dati che abbiamo attualmente a disposizione non ci dicono quindi che ci possono essere, anzi ci sono dei vantaggi sostanziali che nel trattamento sia dei tumori di prostata che del tumore di rene, soprattutto allorquando si effettua una chirurgia conservativa del tumore renale. Quindi estende le indicazioni per quanto riguarda il tumore di rene a una chirurgia di tipo conservativo.