24/10/2025

Il carcinoma duttale della mammella rappresenta la forma più comune di tumore al seno nelle donne. Il nome “duttale” deriva dalla sua origine: questo tumore si sviluppa dalle cellule dei dotti galattofori, i piccoli canali che trasportano il latte dalla ghiandola mammaria al capezzolo.
Inizialmente, il tumore può rimanere confinato all’interno dei dotti: in questo caso parliamo di carcinoma duttale in situ, una forma non invasiva.
Con il passare del tempo, però, può infiltrare i linfonodi ascellari e i tessuti circostanti, trasformandosi in carcinoma duttale invasivo o infiltrante.
Questa forma invasiva rappresenta circa il 70-80% di tutti i tumori maligni del seno, risultando il sottotipo più diffuso.
Il carcinoma della mammella è il tumore femminile più frequente, sia a livello mondiale che in Italia, dove rappresenta circa il 30% di tutte le nuove diagnosi di cancro nelle donne. Nel nostro Paese si registrano ogni anno oltre 50.000 nuovi casi di carcinoma mammario.
La probabilità di sviluppare un tumore al seno nel corso della vita riguarda circa 1 donna su 8. Sebbene possa insorgere in diverse fasce di età, questa neoplasia è più comune dopo i 50 anni: meno del 5% dei casi colpisce donne sotto i 40 anni, mentre l’incidenza aumenta significativamente con l’età e dopo la menopausa.
Un dato incoraggiante: oggi in Italia vivono oltre 800.000 donne che, nel corso della vita, hanno ricevuto una diagnosi di tumore al seno.
Questo numero non racconta solo quanto sia diffusa la malattia, ma anche i grandi passi avanti compiuti dalla ricerca, che ha permesso di sviluppare terapie sempre più efficaci e mirate.
Le cause precise del carcinoma duttale non sono del tutto note, ma la ricerca ha identificato diversi fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare questo tumore:
L’età è uno dei principali fattori di rischio: la maggior parte dei casi si verifica dopo i 50 anni. Il rischio aumenta con l’invecchiamento, probabilmente a causa della maggiore e prolungata esposizione agli ormoni femminili nel corso della vita.
Anche i fattori ormonali e riproduttivi giocano un ruolo importante. Menarca precoce (prima mestruazione in giovane età), menopausa tardiva, assenza di gravidanze o prima gravidanza oltre i 30 anni, e mancato allattamento al seno sono condizioni associate a un rischio leggermente maggiore.
Anche l’esposizione a terapie ormonali prolungate potrebbe incidere sul rischio. Nonostante ciò, ricordiamo che nessuno di questi elementi può essere riconosciuto singolarmente come fattore causale diretto della malattia.
Lo stile di vita può favorire l’insorgenza di tumori, in particolare:
Tutti questi elementi sono correlati a un aumento del rischio di carcinoma mammario.
Circa il 5-7% dei tumori del seno è legato a mutazioni genetiche ereditarie. Le più note sono le mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2, che possono predisporre al carcinoma mammario e ovarico familiare. Avere parenti stretti (madre, sorelle) con tumore al seno, soprattutto in età precoce, può indicare un rischio individuale più elevato.
Va sottolineato, però, che nella maggioranza dei casi (oltre il 90%) il carcinoma mammario è sporadico, cioè insorge in donne senza mutazioni genetiche ereditarie note.
Una pregressa esposizione a radiazioni sull’area toracica (ad esempio radioterapia effettuata in giovane età per il trattamento di linfomi) può aumentare l’incidenza del tumore.
Anche precedenti lesioni mammarie benigne ad alto rischio o neoplasie in situ possono predisporre al carcinoma invasivo.
Molti fattori di rischio non sono modificabili (come l’età o la predisposizione genetica), ma adottare uno stile di vita sano può contribuire a ridurre il rischio.
Le abitudini raccomandate per la prevenzione includono:
La diagnosi precoce rappresenta un pilastro fondamentale nella lotta contro il carcinoma duttale. Identificare il tumore nelle sue fasi iniziali aumenta significativamente le probabilità di guarigione.
In Italia esiste un programma di screening mammografico che invita le donne nella fascia di età 45-69 anni (in alcune Regioni esteso fino a 74 anni) a sottoporsi a mammografie periodiche gratuite, di solito ogni due anni.
Gli studi dimostrano che la partecipazione regolare a questi screening può ridurre la mortalità per tumore al seno del 30-40%, grazie all’individuazione dei tumori in stadi molto precoci, quando sono più curabili.
Oltre alla mammografia, anche l’autopalpazione periodica del seno è consigliata. Pur non essendo un metodo diagnostico definitivo, l’autoesame è semplice da eseguire e aiuta a scoprire tempestivamente eventuali cambiamenti della ghiandola mammaria , che andranno poi verificati dal medico.
Il trattamento del carcinoma duttale viene personalizzato in base allo stadio della malattia e alle caratteristiche biologiche del tumore.
Le principali opzioni terapeutiche, spesso utilizzate in combinazione, includono:
La chirurgia rappresenta il primo intervento in molti casi di tumore localizzato. L’operazione può essere:
Quando possibile, si preferisce preservare il seno con interventi meno demolitivi, seguiti da radioterapia per prevenire recidive locali.
In caso di mastectomia, oggi si esegue spesso una ricostruzione del seno con protesi o tessuti autologhi, per migliorare il risultato estetico e ridurre l’impatto psicologico. Sono inoltre disponibili tecniche di mastectomia mini-invasiva, presso centri specializzati.
Durante l’intervento si analizzano i linfonodi ascellari, di solito tramite la biopsia del linfonodo sentinella (il primo linfonodo che drena l’area del tumore).
La radioterapia utilizza radiazioni ionizzanti ad alta energia per distruggere ipotetiche cellule tumorali residue dopo la chirurgia.
È raccomandata soprattutto dopo interventi conservativi, ma trova indicazione anche dopo mastectomia in presenza di fattori di rischio (tumori voluminosi o diffusi ai linfonodi).
Riduce significativamente il rischio di recidiva locale del tumore.
La chemioterapia consiste nella somministrazione di farmaci antitumorali in grado di eliminare le cellule neoplastiche a livello sistemico, in tutto l’organismo. Può essere utilizzata:
La necessità della chemioterapia dipende dalle caratteristiche del tumore: in alcuni casi potrebbe non essere necessaria, mentre in altri è altamente raccomandata.
Molti carcinomi duttali presentano recettori per gli ormoni femminili (estrogeni e/o progesterone) sulle cellule tumorali.
In questi tumori ormono-sensibili, è possibile utilizzare farmaci che bloccano l’azione di tali ormoni o ne riducono la produzione.
I farmaci ormonali più usati sono:
La terapia ormonale è generalmente protratta per diversi anni dopo l’intervento, vista la sua efficacia nel ridurre significativamente le recidive.
La crescente conoscenza della biologia del tumore ha portato allo sviluppo di trattamenti mirati verso bersagli molecolari specifici presenti sulle cellule tumorali.
Tumori HER2-positivi: circa 1 caso su 5 di carcinoma mammario presenta una sovraespressione della proteina HER2. Per questi tumori esistono farmaci mirati come il trastuzumab (Herceptin), che somministrato insieme alla chemioterapia ha migliorato significativamente la prognosi.
Tumori triplo-negativi: privi sia di recettori ormonali sia di HER2, rappresentano una sfida terapeutica. In casi selezionati di carcinoma triplo-negativo avanzato sono disponibili nuove cure immunoterapiche in combinazione con la chemioterapia, con risultati promettenti.
Altri farmaci recenti includono gli inibitori delle cicline CDK4/6i, che hanno ampliato le opzioni terapeutiche soprattutto nelle forme metastatiche.
Negli ultimi decenni la prognosi del carcinoma duttale è notevolmente migliorata, grazie alla diagnosi più precoce e all’efficacia crescente delle terapie.
Oggi, nei Paesi industrializzati, circa l’80-90% delle donne con tumore al seno è ancora viva a 5 anni dalla diagnosi. In Italia il tasso di sopravvivenza a 5 anni raggiunge l’87%, uno dei più alti al mondo.
Questo significa che la stragrande maggioranza delle pazienti riesce a superare la malattia o a tenerla sotto controllo nel medio termine.
La prognosi varia da caso a caso ed è influenzata principalmente da:
Le forme diagnosticate in stadio iniziale (tumori piccoli e localizzati, senza interessamento linfonodale) hanno esiti eccellenti, con possibilità di guarigione completa molto elevate.
Al contrario, un carcinoma duttale scoperto in fase avanzata, specialmente allo stadio metastatico, presenta una prognosi più sfavorevole, anche se le terapie riescono spesso a contenere la malattia per molti anni.
Vale la pena sottolineare i progressi straordinari compiuti contro questa malattia. Oggi, grazie agli avanzamenti della ricerca, è possibile:
Questo permette di scegliere la cura ottimale caso per caso. Di conseguenza, la percentuale di donne che sconfiggono il carcinoma duttale o convivono a lungo con la malattia è in continuo aumento.
Le attuali strategie di prevenzione, diagnosi tempestiva e terapie mirate offrono motivi concreti di speranza a chi affronta questa patologia.
I risultati straordinari raggiunti nella cura del carcinoma duttale e degli altri tumori femminili sono il frutto di decenni di ricerca scientifica incessante.
Tuttavia, c’è ancora molto da fare per migliorare ulteriormente le terapie, ridurre gli effetti collaterali dei trattamenti e trovare cure definitive per le forme più aggressive della malattia.
La Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, che sostiene le attività dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, è da anni in prima linea nel finanziamento di progetti di ricerca d’eccellenza dedicati ai tumori femminili.
Grazie al contributo di migliaia di donatori, i ricercatori dell’Istituto possono lavorare ogni giorno per sviluppare nuove strategie diagnostiche e terapeutiche contro il carcinoma duttale e le altre neoplasie che colpiscono le donne.
Attualmente è attiva Life is Pink, la campagna contro i tumori femminili.
Ogni contributo fa la differenza. Sostenere la ricerca significa investire concretamente nel futuro della salute femminile e dare speranza a tutte le donne che affrontano la sfida del carcinoma duttale.
La ricerca non si ferma mai, e con il supporto di tutti può continuare a raggiungere traguardi sempre più ambiziosi.
Contro il cancro, sostieni Candiolo.