Mieloma multiplo: nuovo bersaglio terapeutico

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Il mieloma multiplo è una neoplasia del sangue tipica degli anziani e più frequente nei maschi, che origina nel midollo osseo ed è difficile da trattare perché non dà sintomi chiari finché non raggiunge stadi avanzati.

Per questo tumore che rappresenta l’1,6% di tutti quelli diagnosticati, circa 6.000 casi all’anno in Italia, uno studio innovativo frutto della collaborazione tra l’Istituto di Candiolo – IRCCS, il Dana-Farber Cancer Institute di Boston e la Cornell University di New York ha individuato un nuovo bersaglio terapeutico.

La ricerca realizzata grazie ai fondi del 5 per 1000 messi a disposizione dalla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro è stata pubblicata su Clinical Cancer Research, la rivista ufficiale dell’American Association for Cancer Research e dimostra che le cellule del mieloma multiplo si servono dell’acetil-CoA carbossilasi, un enzima fondamentale nel metabolismo dei grassi, per produrre lipidi essenziali alla propria sopravvivenza.

Le plasmacellule tumorali di mieloma multiplo hanno un fabbisogno energetico particolarmente elevato, anche se le paragoniamo alle altre cellule tumorali. Questo perché devono far fronte da una parte alla crescita tumorale che fa parte dell’aspetto patologico di queste cellule, ma dall’altro anche alla continua produzione di immunoglobuline che è il ruolo che fisiologicamente hanno queste cellule.

Noi abbiamo scoperto che per far fronte a questo fabbisogno energetico sintetizzano lipidi, poi utilizzate come fonti di energia per far fronte al fabbisogno di cui ho parlato. L’enzima acetil-CoA carbossilasi è un enzima chiave in questo processo metabolico e bloccandolo otteniamo una riduzione importante della crescita del tumore.

Noi abbiamo scoperto che questo enzima è particolarmente espresso nelle cellule tumorali che hanno una specifica alterazione nel loro DNA, ovvero alterazioni che colpiscono il gene MIC. Questo gene collabora con un RNA di nostra scoperta nella produzione di questo enzima. Le cellule che presentano questa alterazione molecolare hanno più alti livelli di questo enzima e sono più suscettibili alla inibizione per la loro sopravvivenza.

Utilizziamo un inibitore farmacologico sperimentale chiamato ND646 che in pratica blocca l’assemblaggio di questo enzima in un complesso funzionalmente attivo. Di questo modo l’enzima non può funzionare e le cellule non possono produrre lipidi.

La principale applicazione è di tipo terapeutico. Questo inibitore ha il potenziale di essere utilizzato per curare i pazienti e farmaci molto simili sono già in fase di studio per il trattamento di pazienti con patologie epatiche. Inoltre noi abbiamo identificato dei biomarcatori come particolari alterazioni lipidiche nel sangue o l’alterazione a livello di DNA del gene MIC che possono aiutarci a selezionare quei pazienti che potranno giovare maggiormente di questo nuovo approccio terapeutico.

Certamente l’obesità è uno dei pochi fattori di rischio noti per il mieloma multiplo. Si sa che pazienti obesi hanno un maggiore rischio di ammalarsi di questa malattia e anche in questi pazienti l’efficacia della terapia sembra essere inferiore.

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