Dona ora

02/09/2024

Il reparto di Endoscopia Digestiva a Candiolo

Link copiato

Quali sono le ultime innovazioni tecnologiche nell’endoscopia presso l’Istituto di Candiolo?

Cristina Chiabotto: Quali sono le attività tecnologiche disponibili per effettuare le procedure endoscopiche oggi?

Dottoressa Teresa Staiano: Allora, l’endoscopia nel corso degli anni ha subito una profonda evoluzione che ha consentito, soprattutto da un punto di vista strumentale, di ottenere grossi progressi per quanto riguarda la diagnostica, ma soprattutto per quanto riguarda la fase operativa.

La strumentazione di cui si dispone attualmente a livello internazionale è ad alta definizione, alta magnificazione e ad alta risoluzione. È strumentazione, quindi, che ci consente, da un punto di vista diagnostico, di avere una tipizzazione corretta delle eventuali lesioni riscontrate durante un esame endoscopico; che ci consente anche di incrementare quella che viene chiamata la adenoma detection rate cioè ci consente, attraverso queste supplementazioni tecnologiche di cui ho parlato, di riscontrare un maggior numero di polipi, che sono i precursori del tumore, rispetto a quanto accadeva in passato.

L’Istituto di Candiolo – IRCCS dispone di questa strumentazione grazie alle donazioni dei nostri sostenitori e proprio per questo ho voluto accogliervi qui in endoscopia perché volevo che i nostri sostenitori potessero constatare visivamente quello di cui stiamo parlando. Questa è la nuova colonna endoscopica e insieme vediamo, a scopo dimostrativo, anche l’endoscopio, cioè lo strumento che noi utilizziamo per l’esplorazione del tratto gastrointestinale attraverso la gastroscopia oppure la colonscopia.

Quello che volevo farvi vedere, guardando le immagini, è il potere di risoluzione e di definizione di questi endoscopi. Ho preso, come esemplificazione, questa garza: se noi la guardiamo così non riusciamo a definirne bene i dettagli. Se noi la poniamo sotto l’osservazione del nostro endoscopio, come potete vedere, è possibile carpirne i dettagli e la trama. Immaginate questo traslato a livello del tratto gastrointestinale.

Qual è il ruolo dell’endoscopia digestiva nella gestione delle patologie oncologiche dell’apparato digerente?

Cristina Chiabotto: Come si configura il ruolo dell’endoscopia digestiva nell’ambito della patologia oncologica dell’apparato digerente in un Istituto di ricerca come quello di Candiolo?

Dottoressa Teresa Staiano: Direi che è fondamentale, cruciale, soprattutto nell’ambito di una collaborazione multidisciplinare, perché l’endoscopia interviene nel percorso del paziente oncologico in qualsiasi stadio: nell’ambito della prevenzione, nell’ambito della diagnosi, nell’ambito della terapia e nell’ambito della palliazione.

Cioè attraverso l’endoscopia, innanzitutto possiamo intervenire sul fattore cruciale della prevenzione della patologia oncologica quindi attraverso la diagnosi, attraverso le gastroscopie, attraverso le colonscopie, noi riusciamo a porre appunto diagnosi in fase precoce.

Nel caso in cui invece avvenga una diagnosi già a patologia neoplastica conclamata, consente di effettuare dei prelievi che ci danno la possibilità di tipizzare la neoplasia e quindi ciò riesce fondamentale per la collaborazione con l’oncologo o eventualmente il chirurgo o anche i ricercatori che hanno bisogno di questi samples, di questi prelievi bioptici per adattare sia la terapia oncologica per quanto riguarda l’oncologo per decidere l’iter successivo se chirurgo od oncologico per quanto riguarda il chirurgo e sia per i nostri ricercatori perché attraverso appunto questi prelievi bioptici riescono a garantire, attraverso modelli traslazionale, anche successive studi e definizioni.

In cosa l’endoscopia si differenzia da altre tecniche diagnostiche come l’ecografia o la TAC?

Cristina Chiabotto: Quindi qual è il plus dell’endoscopia rispetto ad altre tipologie di indagine diagnostica come l’ecografia, la TAC nella diagnosi precoce nel follow-up delle patologie neoplastiche?

Dottoressa Teresa Staiano: Allora, sicuramente l’approccio che consente l’endoscopia è quello di cui parlavo prima: la tipizzazione istologica in alcuni casi che risultano inaccessibili per quanto riguarda il prelievo bioptico attraverso le metodiche convenzionali, possiamo utilizzare metodiche quali l’eco-endoscopia oppure la colangio-pancreatografia retrograda endoscopica che consente di fare prelievi bioptici in zone da un punto di vista anatomico difficilmente aggredibili con metodiche poco invasive, metodiche diagnostiche di tipo strumentale e di conseguenza, abbiamo questo superamento dei limiti, una volta posti appunto da barriere anatomiche.

Quando viene usata la chirurgia endoscopica per neoplasie del tratto digestivo?

Cristina Chiabotto: Quando viene usata la chirurgia endoscopica per neoplasie del tratto digestivo?

Dottoressa Teresa Staiano: La chirurgia endoscopica è un concetto di nuova introduzione, nell’ambito appunto dell’ottimizzazione, della conservazione e della preservazione d’organo e anche funzionalità.

Alcune lesioni che un tempo venivano rimosse chirurgicamente e quindi richiedevano appunto un approccio chirurgico con resezione dell’organo interessato, quindi eventualmente lo stomaco oppure il colon, adesso, grazie alla chirurgia mininvasiva endoscopica, attraverso appunto una procedura che si risolve in un’esplorazione endoscopica, con questi strumenti noi riusciamo a resecare quelle che vengono identificate come lesioni neoplastiche superficiali.

Quindi, alcuni tipi di lesioni che sono inizialmente cancerizzate ma che non danno un’infiltrazione tale da incrementare il rischio linfonodale e quindi non richiedono un approccio di tipo chirurgico.

Bisogna tenere conto che da un punto di vista anche di degenza ospedaliera si risolve sostanzialmente in una giornata di osservazione, perché la procedura viene fatta grazie all’assistenza anestesiologica in regime di narcosi, il paziente viene trattenuto in osservazione alcune ore dopo la procedura per verificare che non ci siano complicanze e poi il paziente torna a casa e non ha problemi di sorta.