11/07/2024
Assistenza psicologica ai pazienti: il Dottor Piero Fenu, Direttore Sanitario dell’Istituto di Candiolo – IRCCS, racconta le iniziative a Candiolo.
Forse non sarà determinante lo stato psicologico come causa, o almeno come concausa, di una patologia che tutti definiscono multifattoriale; o, più probabilmente, alla Scienza non basta prendere atto del legame, che pure esiste, tra la mente e i meccanismi fisiologici che favoriscono la malattia: bisogna anche dimostrarli. In ogni caso, non c’è dubbio che l’umore sia importante per aiutare un paziente ad affrontare il tumore.
Per questo l’Istituto di Candiolo – IRCCS mette a disposizione dei suoi ospiti e di chi li assiste un ampio ventaglio di iniziative, attività e corsi, dall’assistenza psicologica allo sport, rivolti a prevenire e alleviare gli stati di stress che molto spesso si accompagnano alla diagnosi.
Ne parliamo con il direttore sanitario di Candiolo, dottor Piero Fenu, cui tocca il difficile compito di tenere in equilibrio l’entusiasmo personale verso questi progetti e il distacco scientifico verso un olismo che rischia di confondere le terapie mediche e l’attenzione comunque dovuta alla persona.
Maurizio Menicucci: Dottor Fenu, la ricerca mette in campo armi sempre più affilate e sofisticate per curare i tumori, ma da tempo una parte del mondo scientifico reclama la necessità di riconoscere che, tra i molti elementi che favoriscono l’insorgere, il progredire e il guarire dal cancro, ci sono anche quelli psicologici e non solo quelli somatici. Lei è d’accordo?
Dottor Piero Fenu: Per quanto riguarda un rapporto di causalità diretta, cioè di causa ed effetto, tra disturbi psicoemotivi e malattie tumorali, non ci sono evidenze scientifiche che ansia e distimie intervengano nei meccanismi di cancerogenesi.
Maurizio Menicucci: Nessuno ha mai dato un valore di grandezza ai fattori mentali nel percorso che porta al tumore?
Dottor Piero Fenu: Sì, anche recentemente uno studio tedesco, pubblicato nel 2023, ha individuato un aumento del 18% del rischio di ricevere una diagnosi di cancro nella popolazione depressa rispetto agli individui “non depressi”.
Maurizio Menicucci: E allora, è scientifico definire il cancro una malattia psicosomatica?
Dottor Piero Fenu: Se vuole una risposta lapidaria è no.
Maurizio Menicucci: Quindi, possiamo liquidare una volta per tutte la questione dall’ambito medico e terapeutico?
Dottor Piero Fenu: Tutt’altro, perché, se non è mai stata dimostrata l’ipotesi – da taluni avanzata – che depressione e ansia scatenino fattori biochimici che, influenzando i sistemi endocrino e immunitario, possano favorire l’insorgenza dei tumori, possiamo asserire con ragionevole certezza che indirettamente gli squilibri psicologici costituiscono un fattore di rischio per il cancro e contribuiscono a peggiorarne la prognosi.
Il dato concreto è che gli stati di disagio emotivo sono molto comuni nella popolazione e ancor più fra i pazienti ammalati di tumore, fra i quali, in più del 50% dei casi, la consapevolezza della malattia causa ansia, depressione e distress psicologico.
Queste condizioni emotive possono rendere gli individui “sani” meno puntuali negli esami di screening e meno aderenti a stili di vita salubri, mentre i pazienti possono divenire meno diligenti nel sottoporsi alle strategie terapeutiche e ai controlli clinici indispensabili per limitare le possibilità di recidiva della malattia.
Maurizio Menicucci: Ritorniamo, perciò, alla necessità di una maggior attenzione verso la persona che scopre la propria malattia e deve essere messa nelle migliori condizioni di spirito per viverla e conviverci in modo equilibrato.
Dottor Piero Fenu: È indiscutibile. I due approcci, quello orientato alla malattia oncologica e quello rivolto ad alleviare lo stress emotivo e a mantenere il benessere psicologico del paziente, devono essere complementari.
Maurizio Menicucci: Che cosa si fa qui all’Istituto di Candiolo – IRCCS per aiutare i pazienti sotto il profilo del disagio causato dalla malattia?
Dottor Piero Fenu: Stiamo già attuando numerose iniziative e altre sono in fase di progettazione. Innanzitutto, esiste un servizio di “Psicologia per i pazienti in terapia attiva”.
Inoltre, possiamo contare su uno psicologo dedicato presso l’“Hospice”.
Abbiamo anche attivato uno “Sportello psicologico” per familiari ed amici dei pazienti. Con il nostro “Sportello”, gestito da psicologi esperti, cerchiamo di educare i caregiver alla ricerca del benessere emotivo.
Ai partecipanti, riuniti in gruppi (salvo sessioni individuali per casi peculiari), si insegnano tecniche di rilassamento e di gestione dell’ansia.
L’attività di Dog Therapy all’Istituto di Candiolo – IRCCS.
Maurizio Menicucci: E la Pet therapy?
Dottor Piero Fenu: Gli animali hanno la capacità di assorbire l’attenzione ed esercitare un influsso rassicurante. Il primo servizio attivato è la “Dog Therapy”, gestita da psicologi ed educatori di animali; a breve introdurremo anche la “Cat Therapy”.
Maurizio Menicucci: È il medico che si accorge del disagio psicologico o è previsto un protocollo di valutazione per tutti i pazienti?
Dottor Piero Fenu: Lo psicologo fa parte dell’equipe assistenziale e interviene subito nella valutazione generale. Nel 30-40% dei casi, la sua presenza diventa indispensabile lungo tutto il percorso di cura.
Maurizio Menicucci: Parliamo anche di disagio familiare?
Dottor Piero Fenu: È dedicato il progetto “Protezione Famiglia”, condiviso con la Rete Oncologica Piemontese, che interviene in caso di problematiche psico-sociali familiari contestuali alla malattia.
L’attività di Pilates all’Istituto di Candiolo – IRCCS.
Maurizio Menicucci: Pochi giorni fa, nel parco dell’Istituto, c’era un gruppo di signore che facevano Pilates…
Dottor Piero Fenu: L’attività fisica è fondamentale anche durante l’iter della malattia, per prevenire le ricadute. I corsi di Pilates proseguiranno certamente.
Stiamo progettando incontri sulla “mindfulness”, corsi di trucco, lettura e recitazione, e altre attività capaci di rilassare e arginare lo stress psicologico.
Maurizio Menicucci – Giornalista scientifico