31/05/2020
Notizie da Candiolo
Uno studio dell’Istituto di Candiolo Irccs, pubblicato sulla prestigiosa rivista Science Translational Medicine, dimostrerebbe che l’iniezione di mega-dosi di vitamina C potrebbe potenziare l’efficacia anti-cancro dell’immunoterapia. I promettenti risultati riaccendono i riflettori sull’uso della vitamina C come anticancro ma in maniera completamente nuova rispetto al passato e agli antipodi delle strategie «fai da te» con integratori e supplementi. Solo mega-dosi di vitamina C pari a 2000 arance al giorno, iniettate quotidianamente per via endovenosa per almeno due settimane, «risvegliano» il sistema immunitario contro i tumori e contribuiscono così a ridurne la crescita. Se somministrata assieme agli inibitori dei checkpoint, farmaci per immunoterapia oncologica promettenti ma gravati da vari effetti collaterali, la «bomba» di vitamina C potenzia l’immunoterapia e la rende più tollerabile, aprendo la strada a nuove possibilità di terapie integrate che potrebbero rallentare la progressione della malattia.
La scoperta
«Dopo i dati positivi sull’aumento della sopravvivenza in pazienti con tumori trattati con vitamina C raccolti negli anni ’70 ma mai adeguatamente riprodotti e comprovati, gli studi sul ruolo di questa vitamina nel cancro sono stati a lungo abbandonati – spiega Alberto Bardelli, direttore del Laboratorio di Oncologia Molecolare presso l’Istituto di Candiolo e professore ordinario del Dipartimento di Oncologia dell’Università di Torino – Di recente si è scoperto che la vitamina C somministrata per via orale non può essere assorbita dall’intestino a dosi tali da avere un effetto anticancro; così abbiamo deciso di testare mega-dosi iniettandole direttamente nel peritoneo di topolini affetti da diversi tumori solidi, cercando di capirne l’effetto sul cancro e sul sistema immunitario». I risultati mostrano innanzitutto che la vitamina C da sola «accende» i linfociti T e li attiva a rispondere meglio contro il tumore, che così rallenta in maniera significativa la sua crescita.
I checkpoint
I checkpoint sono infatti «freni molecolari» che in condizioni normali controllano il sistema immunitario bloccando reazioni di difesa eccessive che danneggerebbero i tessuti o provocherebbero appunto malattie autoimmuni: sbloccarli attraverso gli inibitori è utile in caso di tumori, perché la risposta immune diventa così più incisiva e può avere la meglio sul cancro, ma è frequente la comparsa di reazioni autoimmuni che impongono lo stop alle cure. «La contemporanea somministrazione delle mega-dosi di vitamina C ha potenziato l’effetto dell’immunoterapia con gli inibitori di checkpoint, rallentando la crescita dei tumori e addirittura portando alla regressione completa in alcuni animali con tumore al seno. Si tratta di risultati pre-clinici, ma se saranno confermati da successivi studi sull’uomo la ‘triplice terapia’ con vitamina C e i due inibitori di checkpoint potrebbe aprire la strada a nuove prospettive di cura nell’ambito delle terapie oncologiche integrate, rendendo le iniezioni endovenose di vitamina C ad alte dosi una strategia da abbinare all’immunoterapia» conclude Bardelli.