01/01/1970
Notizie da Candiolo
Il Direttore Scientifico dell’Istituto di Candiolo, la Professoressa Anna Sapino, ha partecipato questa mattina alla presentazione del Volume “I NUMERI DEL CANCRO IN ITALIA 2020” in una conferenza stampa a Roma all’Istituto Superiore di Sanità.
Sono 377 mila le nuove diagnosi di cancro previste quest’anno nel nostro Paese. In particolare aumentano quelle tra le donne (7.000 in più rispetto al 2019) che vedono una preoccupante crescita del carcinoma del polmone (+3,4% annuo), legata all’abitudine al fumo di sigaretta, il principale fattore di rischio oncologico.
Nel dettaglio le nuove diagnosi sono cosi’ ripartite: 195.000 negli uomini e 182.000 nelle donne (nel 2019 erano, rispettivamente, 196.000 e 175.000). Il tumore piu’ frequentemente diagnosticato quest’anno e’ il carcinoma della mammella (54.976, pari al 14,6% di tutte le nuove diagnosi), seguito dal colon-retto (43.702), polmone (40.882), prostata (36.074) e vescica (25.492).
“In Italia, nel 2017 (ISTAT), i tumori hanno causato la morte di 180.085 persone (79.962 donne e 100.123 uomini), equivalenti al 27,7% di tutti i 650.614 decessi registrati in quell’anno – sottolinea Anna Sapino. Il carcinoma del polmone costituisce la più frequente causa di morte oncologica (18,8%), seguito dal colon-retto e ano (10,8%), mammella femminile (7,2%), pancreas (6,9%) e fegato (5,1%). Nel 2020, si stima che, nel nostro Paese, i tumori saranno la causa di morte di 183.200 persone (101.900 maschi e 81.300 femmine), un numero assoluto di poco superiore, per l’invecchiamento della popolazione, rispetto a quello documentato nel 2017. Rispetto al quinquennio precedente, le proiezioni indicano andamenti in diminuzione in entrambi i sessi, con i tassi di mortalità standardizzati per età che diminuiranno del 6% nella popolazione maschile e del 4% in quella femminile, con riduzioni ancor più significative nel caso dei tumori prostatici (-15% rispetto al 2015). In controtendenza il tasso di mortalità per il carcinoma polmonare nelle donne, in incremento del 5,2% (nei maschi, invece, si riduce dell’11,2%) e che evidenzia ancora di più il lavoro da svolgere in termini di prevenzione primaria, informazione e formazione della popolazione”.