11/04/2011
Notizie da Candiolo
E’ stata un grande successo la serata speciale che Arturo Brachetti ha offerto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro (Fprc). Lo spettacolo “Ciak si gira!”, uno degli avvenimenti clou delle celebrazioni per i 25 anni della Fprc, è andato in scena l’ 11 aprile al Teatro Alfieri di Torino. Esauriti in pochissimo tempo i biglietti, l’incasso è stato devoluto interamente alla Fondazione per finanziare i progetti di sviluppo dell’ Istituto di Candiolo, un’ istituzione che, ha detto Brachetti, “è uno dei vanti di Torino e del Piemonte nel mondo per l’alto livello nella ricerca e nell’assistenza degli ammalati”.
All’Alfieri c’è stato anche un finale a sorpresa, a festeggiare Brachetti sono saliti sul palco Aldo, Giovanni e Giacomo, i tre comici che con Arturo collaborano spesso per i loro spettacoli. L’ evento ha reso ancora più riuscita la serata, che ha visto in prima fila donna Allegra Agnelli, presidente della Fprc, Gian Maria Gros-Pietro, presidente del Credito Piemontese che ha sponsorizzato l’evento, e Marco Boglione, presidente del comitato per le celebrazioni dei 25 anni.
Lo spettacolo è una vera e propria maratona del trasformista che, dopo alcuni anni di assenza come tutto solista, è tornato nel ruolo di mattatore per creare un divertente show mitragliante di sorprese. La nuova tournée “Ciak si gira!”, in cartellone in questa stagione teatrale 2010/11 e partita dall’Italia, a dicembre e gennaio si trovava a Parigi al teatro Folies Bergére, dove il pubblico francese lo aspettava con grande impazienza. Partita dall’Italia, proseguirà quindi poi nuovamente in Europa fino a fine giugno.
“Ciak si gira!”: frase magica che evoca il momento in cui l’artefice del cinema crea il
sogno, è il titolo con il quale Brachetti ci porta in un sorprendente viaggio nell’universo cinema. In una serie di numeri, momenti teatrali ed evocativi, con una nuova ambientazione scenografica, Arturo rivive il suo amore per la settima arte e cerca di riportare la meraviglia degli effetti speciali e delle magie del cinema in uno spettacolo dal vivo dove vola, sparisce si trasforma da solo in una sessantina di personaggi.
Lo spettacolo ha inizio con un enorme televisore in cui Arturo interpreta, con cambi fulminei di costume, i personaggi che popolavano i film del pomeriggio TV, quelli che tutti noi abbiamo visto e amato fin da piccoli: Zorro, Mary Poppins, Maciste, Crudelia De Mon, cowboys, corsari e avventurieri. Arturo, ricordandosi di quando ancora adolescente al museo del cinema fu catturato dalla sezione Horror, improvvisamente crea, dal vivo, un divertentissimo delirio di incontri, dove il prete esorcista si trova faccia a faccia con Nosferatu, servito dal becchino di turno. Il mostro di Halloween, dopo aver fatto a pezzi la bimba indemoniata, perde letteralmente la testa per un fantasma birichino…
Brachetti racconta e fa rivivere con trasformazioni e cambi di truccatura lampo, tutti i
personaggi più famosi, quelli che lo impressionarono molto fin dalle sue primissime uscite
al cinema: da Baby Jane ai musical, ma anche la storia di Lon Chaney che, chiamato
anche lui l’uomo dai 1000 volti, fu il pioniere dei trucchi facciali di personaggi diventati
icone, come il fantasma dell’opera, Quasimodo e Fu-Manchu.
Nello spettacolo si alternano anche momenti più intimi, in cui Arturo crea le sue ombre
cinesi, immaginandole come il più antico cartone animato del mondo, oppure si cimenta
con il cappello del nonno con il quale si trasformava, da piccolo, in decine di personaggi e
offre al pubblico un numero di fantasia dove “con nulla si fa tutto”. L’evocazione del mondo di Fellini chiude la prima parte dello spettacolo.
La seconda parte è quasi interamente dedicata ai grandi film hollywoodiani con una parata di personaggi da fare invidia a una cineteca: Charlie Chaplin, Gene Kelly, King Kong. Liza Minneli, Gollum, Harry Potter, Carmen Miranda, E.T., Darth Vader, e molti, molti altri, in uno zapping cinematografico esilarante e sorprendente che regala emozioni e sogni di cui noi in fondo abbiamo sempre bisogno, ma che facciamo fatica a rivivere nella vita reale.