02/02/2024

La radiologia interventistica

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Cristina Chiabotto:
Oggi parliamo di radiologia interventistica e lo facciamo con la dottoressa Irene Bargellini, direttore della radiologia dell’Istituto di Candiolo – IRCCS. Buongiorno, dottoressa. La prima domanda è: che cos’è la radiologia interventistica?

Dr.ssa Irene Bargellini:
Si tratta di una branca della radiologia che comprende tutte le procedure interventistiche che vengono fatte con guida radiologica, quindi che sia l’ecografia, la TAC, la risonanza, oppure quella che si chiama angiografia, che forse è meno conosciuta, in cui di fatto noi usiamo i raggi X per vedere, in tempo reale, dove stiamo andando e per vedere i vasi e tutta una serie di altre strutture.

Quindi, comprende una serie di cose che sono sia diagnostiche, tipo le biopsie — basta pensare che adesso mentre noi parliamo abbiamo in ecografia chi fa le biopsie epatiche, in TAC chi fa le biopsie polmonari, in senologia chi fa le biopsie mammarie — e questo è tutta radiologia interventistica. Poi ci sono invece le procedure più complesse in cui andiamo proprio a trattare dei tumori.

Cristina Chiabotto:
Che tumori si possono sconfiggere con la radiologia interventistica?

Dr.ssa Irene Bargellini:

Teoricamente ogni tumore che sia visibile con queste metodiche e in cui riusciamo ad arrivare in maniera sicura.

Come ci arriviamo è il problema vero: a volte arriviamo per via percutanea, cioè facciamo delle piccole incisioni sulla cute e con strumenti appositi raggiungiamo il tumore; a volte invece ci arriviamo per via endovascolare, quindi facciamo delle piccole incisioni ad esempio al braccio o all’inguine, e navighiamo dentro i vasi fino ad arrivare a quelli che portano sangue al tumore e lì agiamo in modo selettivo.

Cristina Chiabotto:
I radiologi possono bruciare i tumori come se fosse un intervento chirurgico?

Dr.ssa Irene Bargellini:
Alcuni tumori si possono trattare così: si parla di ablazione e possiamo arrivare per via percutanea con aghi appositi e bruciarli. 

Ad esempio, usando un microonde, scaldiamo il tumore fino a eliminarlo; oppure lo possiamo congelare con la crioablazione, formando delle palle di ghiaccio che congelano il tumore portandolo alla morte.

È importante ricordare che non tutti i tumori possono essere trattati in questo modo: devono avere una certa dimensione, 3-4 cm, ed essere raggiungibili in modo sicuro, senza danneggiare le strutture vicine.

In questi casi riusciamo a essere efficaci quanto un intervento chirurgico, ma il paziente torna a casa lo stesso giorno.

Cristina Chiabotto:
È possibile iniettare la radioterapia direttamente dentro il tumore?

Dr.ssa Irene Bargellini:
Sì, è possibile, attraverso una procedura chiamata radio-embolizzazione.
Possiamo arrivare nei vasi che portano sangue al tumore con dei cateteri molto piccoli: chiudiamo i vasi e, non arrivando più sangue, il tumore muore. 

Oppure possiamo iniettare microparticelle che emettono radiazioni, effettuando così una forma di radioterapia.

Il vantaggio è che possiamo essere talmente selettivi da somministrare al tumore dosi molto alte di radiazioni, più alte della radioterapia esterna. Le particelle rimangono localizzate e non superano il centimetro di profondità.

Si usa soprattutto per i tumori epatici primitivi e per le metastasi ed è molto efficace, soprattutto per pazienti non trattabili con altri metodi.

Cristina Chiabotto:
Perché per l’Istituto di Candiolo è importante avere la radiologia interventistica?

Dr.ssa Irene Bargellini:
Oggi si considera la radiologia interventistica il quarto pilastro dei trattamenti oncologici, insieme a oncologia, chirurgia e radioterapia.

Essendo poco invasiva ed efficace, permette di trattare bene i pazienti, che possono tornare a casa quasi subito. Inoltre, possiamo trattare pazienti non più operabili o resistenti alla chemioterapia.

Possiamo agire selettivamente su singole lesioni sfuggite ad altri trattamenti.

In un Istituto come questo, la complementarietà è fondamentale: questi strumenti diventano indispensabili, soprattutto perché oggi i pazienti vivono di più e richiedono più trattamenti, meglio se poco invasivi e con un rapido recupero.

Cristina Chiabotto: Grazie Dottoressa, grazie a Irene Bargellini. Mi raccomando, Sul Tumore Facciamo Rumore!

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