02/10/2025

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VITA Magazine

Vita racconta la storia di 100 filantropi

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VITA magazine di ottobre si occupa della filantropia italiana e di chi la guida, sia esso un fondatore che dona di tasca propria, un manager deputato da un’azienda, un civil servant chiamato alla guida di un ente nato da una cassa di risparmio. Sono leader di un movimento che, nelle sue varie realtà, arriva a erogare o a investire quasi 2 miliardi di euro all’anno e che, anche per questo, meritano di essere conosciuti.

Copertina di VITA Magazine del mese di ottobre 2025

L’amore per l’uomo, dice il greco antico, alla voce “filantropia”. Nell’uso comune, negli anni, abbiamo identificato col sostantivo correlato, “filantropo”, come una persona facoltosa che donava somme ingenti per sovvenire i più fragili. Oggi la filantropia è cambiata, l’universo dei donatori s’è allargato, la loro natura mutata: ai grandi, munifici benefattori, oppure i loro eredi, si sono aggiunte fondazioni di impresa, di comunità e, ormai da 30 anni, le fondazioni di origine bancaria; i leader filantropici sono anche manager di aziende, o figure cooptate negli enti sorti dalle ex-Casse di risparmio.

VITA magazine di Ottobre, Nella testa dei filantropidisponibile qui – oggi, nella Giornata europea delle fondazioni – e in edicola nei prossimi giorni, ha voluto raccontare alcuni protagonisti di questo vasto movimento, che secondo le stime di Nicola Varcasia, che ne ha scritto il capitolo introduttivo, investe o eroga in Italia, almeno 2 miliardi di euro ogni anno. Cifre da piccola Finanziaria – e non pochi se pensiamo che ne spendiamo solo 1 in cooperazione internazionale e 3 per la tutela dei Beni culturali – che dalla filantropia italiana, nelle sue varie forme, sostengono arte, cultura, ricerca e moltissime attività sociali.

Capire le donne e gli uomini che governano la filantropia

Diventa interessante, quindi, capire chi sono le donne e gli uomini che questo mondo governano, presidenti, direttori o segretari generali. Quali caratteristiche abbiano, che cosa pensino della filantropia e del suo ruolo, come vedano il rapporto col Terzo settore, ormai sempre meno esclusivamente beneficiario di finanziamenti e sempre più partner di progetti che vedono gli stessi enti filantropici direttamente impegnati.

Nel capitolo 2 ecco appunto i 100 filantropi che VITA racconta: molti di loro hanno accettato di raccontarci la loro visione, i loro obiettivi e anche le loro fonti di ispirazione. 

Lo hanno fatto anche figure solitamente poco inclini a parlare di sé e molto parche nel rilasciare interviste. Come Allegra Caracciolo Agnelli, che con le proprie donazioni e quelle che è riuscita ad suscitare ha costruito un ospedale, l’Irccs Candiolo di Torino, un’eccellenza nella cura e nella ricerca sul cancro.

O come Marina Nissim, che guida un gruppo miliardario nel settore food, cura della casa, cosmetica (dal tonno Rio Mare all’Omino bianco passando da Borotalco) e che ha lanciato una fondazione che opera sulle povertà educative con investimenti milionari ogni anno.

O ancora, Sara Doris, che in Mediolanum, di cui è vicepresidente, ha assunto la guida della fondazione filantropica molto attiva sui giovani a disagio; oppure Diana Bracco, industriale farmaceutica tradizionalmente attenta ai giovani e alla cultura. Volto meno noto, forse, quello di Arianna Alessi vicepresidente di Only The Brave Foundation: è la moglie di Renzo Rosso, l’inventore dei jeans Diesel, e ha raccontato a Sara De Carli come, col marito, abbiano condiviso l’idea di passare all’azione filantropica diretta.

Volti (ancora) poco noti anche quelli di Francesca GiubergiaSilvia GriglioLudovica Rayneri: sono le terze generazioni dei fondatori della banca privata Ersel a Torino, tutte molto impegnate nella Fondazione Paideia che si occupa di bambini con disabilità. Hanno raccontato la loro esperienza a Daria Capitani.

Non è personaggio delle cronache, per la discrezione proverbiale che la caratterizza Susan Carol Holland, presidente del gruppo leader mondiale delle soluzioni per l’udito, Amplifon, e che guida l’omonima fondazione di impresa: una case history per il lavoro inclusivo sugli anziani. Ha accettato di raccontarlo a VITA insieme alla consigliera delegata Cristina Ferradini.

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